La vita è fuori
- di Redazione
- 20 Agosto 2019
- Testimonianze
Seconda puntata del racconto di Sara, un’amica di Mai Più Sole. Vi aspettiamo la settimana per la conclusione.
Dopata come non mai dal cortisone, il 13 ottobre mi ricoverano in mattinata, l’indomani mattina sarei stata la prima ad entrare in sala operatoria. La notte pre operazione la passai in una camera da sola ad ascoltare musica tutta la notte per rilassarmi,tra canzoni di Cristina D’avena "che nutre ancora la bimba che c’è in me con tanti ricordi" e i Coldplay..la canzone Viva la Vida..mi aiutò molto in tutte quelle ore. La mia operazione durò 8 ore e mi tennero poi sedata sino al giorno dopo, per far sì che il mio corpo si riprendesse senza troppi stress. Rimasi in ospedale stile robocop col collo bloccato per altri tre giorni,che mi son sembrati 12, il mio reparto era molto silenzioso e con persone di una certa età, io era la più piccola e tutte le infermiere mi coccolavano e chiacchieravano con me, sopratutto dei miei tatuaggi. Tornai a casa e mi sembrò la cosa più bella del mondo, ma di lì a poco avrei dovuto iniziare la radioterapia.
Qui in Sardegna i tempi di attesa erano infiniti, si parlava di iniziare a febbraio, troppo tempo dopo la mia operazione..mi serviva iniziare al più presto e contattai diversi ospedali. Alla fine l’ospedale che mi diede la data più vicina con gli specialisti per parlare del piano di cure e iniziarlo fu "l’Humanitas di Rozzano (mi)" il 31 dicembre notte mentre tutti festeggiavano io ero davanti al camino perché la mattina successiva avrei dovuto prendere un aereo e raggiungere Milano e fare le prime visite. Lì ad aspettarmi c’era mio fratello che ormai abita a Milano da più di 10 anni, sarei stata da lui in quei giorni di visite. Tra parenti e amiche, le visite andarono bene, sarei dovuta tornare perché il 24 gennaio avrei iniziato le cure radioterapiche di 1 mese e mezzo!