La favola delle bimbe

La favola delle bimbe

  • di Redazione
  • 12 Maggio 2019
  • Testimonianze

Angelica Mennuti condivide con noi questa testimonianza, non  si parla di tumore, ma di edometriosi e di un problema inerente la fertilità comune a varie donne che hanno avuto neoplasie. A volte con la speranza e l'informazione i sogni possono realizzarsi  

C'erano una volta un ragazzo ed una ragazza che si volevano tanto bene e che si chiamavano Angelica e Paolo. Talmente bene, che decisero di voler diventare  un papà e una mamma di un bimbo o di una bimba! Passarono i giorni, le settimane, i mesi, gli anni... Ma questo dono non arrivava, perchè Angelica aveva spesso mal di pancia, aveva una malattia che non faceva arrivare i bimbi nella sua pancia... Allora, un giorno di agosto, quando faceva tanto caldo, i due ragazzi decisero di andare al mare a fare tanti bagni nell'acqua fresca e presero l'aereo verso un Paese che si chiamava Grecia!
Quando arrivarono andarono subito a fare il bagno tra tanti pesciolini che pizzicavano e facevano il solletico ai piedi e alle gambe di Paolo ed Angelica. I pesciolini si chiamavano Daniele, Luca, Mathias, Aurora, Lisa, Martina, Tommaso, Simone, Greta, Sabrina e con tanti altri nomi bellissimi… I due ragazzi scelsero le due pescioline che si chiamavano Greta e Sabrina e, con l'aiuto di un bravo e gentile dottore, le misero nella pancia di Angelica con un po' di acqua del mare per farle nuotare. Ma un attimo prima di entrare nel pancino della loro futura MAMMA, si girarono e salutarono per sempre la SIRENA, colei che scelse di donare i suoi ovetti ad una donna non del tutto sana, ma tanto desiderosa di diventare una MAMMA come tante altre!
Le pescioline mangiavano la pappa che mangiava Angelica e gnam gnam, gnam gnam diventarono sempre più grandi e così anche la pancia. Dopo 8 mesi la pancia di Angelica era talmente grande che scoppiò e come per magia, non uscirono due pescioline, ma due bellissime piccole bimbe, perchè Greta e Sabrina erano diventate due bambine! E così finalmente i due ragazzi diventarono una mamma e un papà e vissero tutti e quattro felici e contenti, grazie anche a quella Sirena greca che rimase sullo scoglio in quel bellissimo mare trasparente...

Auguro a tutte le coppie con problemi seri di sterilità/infertilità uno, due o tre "pesciolini" il prima possibile!!! Io sono una delle tantissime donne che soffre di endometriosi: presenza di endometrio e stroma di endometrio al di fuori della cavità uterina in altre zone del corpo femminile, che causa in genere molto dolore sia durante il ciclo mestruale che in fase di ovulazione, e a volte anche in altri giorni del mese. Tale malattia comporta in molti casi la riduzione della fertilità, fino ad arrivare alla totale infertilità, come nel mio caso. Son stata operata tante volte di questa "mia nemica", come l'ho sempre definita io e operazione dopo operazione il mio essere fertile se ne andava fino ad arrivare al mio quarto ed ultimo (spero) intervento, dopo il quale la mia riserva ovarica era arrivata a 0,01! Praticamente come una donna in menopausa: avevo il ciclo mestruale, ma non mi serviva più a nulla! Io non potevo avere figli, a cosa mi serviva un ciclo così? Solo ad avere male e a rischiare altre nuove cisti di endometriosi e altri inteventi ancora. Odiavo il mio essere donna, odiavo gli ospedali, odiavo essere visitata internamente, odiavo farmi compatire da amiche, parenti, ginecologi, odiavo gli antidolorifici che mi portavo sempre dietro, odiavo la pillola che ero costretta ad assumere per avere un po' meno male e cercare di avere un ciclo regolare e non due volte al mese e almeno meno abbondante per non dissanguarmi ogni volta, odiavo aver sprecato tanti anni da giovanissima a dire a mio marito che non volevo ancora diventare mamma, perchè mi sentivo ancora troppo giovane e avevo ancora troppe cose da fare, prima di dover cambiare pannolini e lavare biberon, preparare pappine varie!

Ma ad un certo punto questo odio si è trasformato in accettazione, che non vuol dire rassegnazione, e questa accettazione in energia, e questa energia in desiderio di ricerca, la ricerca verso soluzioni alternative!

La mia unica strada si chiamava ovodonazione: tecnica di fecondazione assistita di tipo eterologo che prevede la donazione di ovociti da una donna anonima ad un'altra.

Io ho percorso questo tragitto con assoluta fermezza e decisione, ma accanto a me avevo un marito che assolutamente non aveva accettato questa unica soluzione e solo grazie alla conoscenza è riuscito a superare un grande ostacolo mentale: dopo essersi consultato con amici e parenti stretti per sapere la loro opinione sull'ovodonazione, spiegando il mio trascorso, ha compreso che era lui ad avere un'opinione negativa, ma gli altri facevano invece il tifo per me. Allora autonomamente si è informato on line e si è imbattuto in un articolo sull'epigenetica, in cui veniva spiegato che durante la gravidanza, la donna incinta che ha ricevuto gli ovociti da una donatrice, influisce sul feto attraverso la sua genetica! Con questa informazione, lui mi ha dato l'ok per iniziare tutte le pratiche mediche e burocratiche con la cinica che io avevo già scelto. Ammetto che siamo stati fortunati: primo ed unico tentativo, due blastocisti trasferite in utero e dopo 8 mesi due gemelle tremendissime al nostro fianco! Ma non per tutti è così semplice e veloce, tante coppie non riescono al primo tentativo per vari motivi e io son qui per aiutare le donne ad orientarsi, coloro che non riescono ad avere figli in modo naturale o neanche con la fecondazione assistita classica, a causa di motivi di salute, di età, di interventi invasivi...

Perchè TUTTE abbiamo diritto a provare a raggiungere il sogno di diventare madri, se sentiamo quella sensazione strana al cuore e alla gola che tecnicamente si chiama ISTINTO MATERNO!

BISOGNA RICOMINCIARE,

BISOGNA SOGNARE,

BISOGNA AVERE UNA META

BISOGNA AMARE ed AMARSI

Io son qui, con voi, anche se non faccio parte del vostro dolore, ma SON QUI PER VOI,

Angelica.