Silvia sorride alla vita
- di Redazione
- 1 Aprile 2021
- Testimonianze
Con infinito piacere condividiamo la storia di Silvia
Sono Silvia e ho 47 anni. Il mio incontro con il tumore ovarico è avvenuto nel 2016, quando avevo 42 anni. Fino a quel momento avevo goduto di ottima salute, avevo avuto due splendidi bambini e niente lasciava pensare che dentro di me le cose stessero per cambiare così improvvisamente. Ho sempre avuto un ciclo più che regolare e uno stile di vita che si può dire sano. In più non c’era familiarità rispetto alle malattie oncologiche. A fine aprile ho incominciato ad avere dolori lievi all’addome inferiore, ma li ho attribuiti al ciclo che, nonostante tutto, mi è arrivato regolarmente. Il 5 maggio sono andata in palestra per una lezione di pilates, che ritengo sia stata la mia salvezza, perché ho sentito come un palloncino pieno d’acqua nella parte destra dell’addome. Il pomeriggio del giorno dopo, grazie alla diagnosi di una carissima amica radiologa, mi sono ritrovata ricoverata, senza avere neppure il tempo di passare da casa per fare la valigia, nel reparto oncologico del Sant’Anna di Torino. Così è partita la mia lotta contro il tumore ovarico (di 3 grado e allo stadio 3 A, un bubbone di 21 cm). L’intervento, grazie alla bravura del dottor Gregori, è andato bene e poi a seguire ho fatto 6 cicli di chemioterapia. Mi sono ripresa benissimo e sono stata tranquilla e sotto controllo fino al dicembre del 2018, quando la Tac ha evidenziato una recidiva isolata ad un linfonodo. Nuovo intervento nel centro oncologico di Candiolo, da parte di altri due medici straordinari, i dottori Ponzone e Marocco, con rimozione del linfonodo e poi altri 6 cicli di chemioterapia. Ora sto facendo, dal settembre del 2019, una terapia di mantenimento con il rucaparib e, per il momento, sta andando tutto bene. Ho avuto la fortuna di incontrare medici e infermiere straordinari, per competenza e umanità. Ho anche chiesto dei consulti allo IEO di Milano e lì ho fatto la conoscenza della prof.ssa Colombo, per la quale qualsiasi parola di elogio sarebbe riduttiva. La vita dopo una diagnosi di carcinoma cambia drasticamente, è innegabile. Eppure bisogna trovare la forza di andare avanti e continuare a nutrire la speranza. La famiglia e il lavoro sono stati per me fondamentali. Ho inoltre trovato lungo il cammino delle donne incredibili dalle quali ho imparato davvero tanto. In particolare, Viviana e Caterina... esempi di coraggio e resilienza che non dimenticherò.