La storia di Katia
- di Redazione
- 29 Maggio 2021
- Testimonianze
Katia ci racconta la sua storia e di un sogno che ha voluto tenere stretto realizzandolo, oltre la malattia
Ciao, sono Katia, ho 50 anni, sono sposata e non ho figli per scelta. Nel 2013 a 43 anni mi accade la cosa più brutta che una donna può vivere, ricevo la diagnosi di carcinoma ovarico...era aprile ed ero piena di gioia perché stavo organizzando il matrimonio tanto desiderato. Un pomeriggio mi accorgo di avere un linfonodo ingrossato nella zona inguinale e senza perdere troppo tempo ho fatto una ecografia, grazie alla prontezza del mio medico.
Dopo l'asportazione del linfonodo l'istologico evidenzia la possibilità di un carcinoma ovarico, ma nonostante tutte le varie ricerche per arrivare a una diagnosi certa i medici dicono a mio marito che quasi sicuramente è un tumore: non avendo riscontri con la TAC, con la PET, con il CA125 e A35 i dubbi c'erano e con la speranza che quella notizia era sbagliata vado avanti. Mio marito una sera di maggio mi dice: "Dobbiamo combattere e lo faremo insieme".
I medici convengono comunque di darci la possibilità di sposarci perché mio marito aveva capito che per me rinunciare al matrimonio sarebbe stato devastante molto più della diagnosi stessa, tanto più che io non mi sono mai sentita malata e quindi per me era assurdo rinunciare al sogno di una vita.
Il tempo passa, arriva il giorno del matrimonio, 8 agosto 2013, ci sposiamo, io ero felicissima ma sapevo che sarebbe durata ancora per poco. Torniamo dal viaggio di nozze, era settembre e con i medici del Gemelli si decide per una laparoscopia esplorativa. Con la consapevolezza che comunque avrebbero trovato qualcosa, mi dissero che c'era la possibilità che mi avrebbero asportato utero e ovaie ma soprattutto avrebbero avuto una diagnosi certa con l'istologico istantaneo e una cura da cominciare il prima possibile. Arriva ottobre e con esso il ricovero e l'intervento, tutto bene, quello che avevano anticipato fu eseguito e la diagnosi fu adenocarcinoma sieroso 3G, dopo 5 giorni torno a casa.
Una mattina di novembre squilla il telefono e mi sento dire che avrei iniziato i cicli di chemioterapia e così inizio la mia battaglia. Non mi sono mai demoralizzata perché sapevo che non era arrivata la mia ora, il mio atteggiamento con alti e bassi fu sempre positivo, avevo con me l'arma più potente del mondo, l'AMORE di mio marito e quello di mia sorella.
Anche se la realtà era la riuscita della cura e la mia risposta ad essa, io non ho mai creduto di non farcela. La chemioterapia e il protocollo sperimentale ebbero ottimi risultati. Nel 2015 ebbi una recidiva solo linfonodale altro intervento fortunatamente asportarono solo i linfonodi e altra chemio "la rossa". In conseguenza alla recidiva mi fecero fare il test BRCA e scoprimmo che sono positiva alla mutazione genetica. Oggi sto bene, sono in cura e assumo 400g al giorno di Olaparib, ho dolori articolari e tanta stanchezza ma se questo serve per essere qui a raccontare la mia storia sopporto e stringo i denti.
Nonostante sia stata dura mi ritengo enormemente fortunata, è vero devo fare sempre analisi Tac ecc.. ma poteva andare peggio.❤️ La foto che vi allego è la mia prima uscita a cena, era l'anniversario del primo anno di matrimonio senza la parrucca.
Katia.