Ma il culetto è mio!

Ma il culetto è mio!

  • di Redazione
  • 18 Dicembre 2018
  • Rita, poesie e non solo

Arriva il martedì, il giorno dedicato alla rubrica curata dalla nostra cara amica Rita Meleddu, che ci regala un altro racconto ricco di ironia.


Vi ricordate la canzone che cantava Pippo Franco negli anni 80? Si intitola "La puntura" e faceva: "Ma il culetto è mio, è mio però, no, no, no, non ci sto, ma il culetto è mio, è mio e perciò, la puntura, no, no, no…"
Ecco, anche il mio culetto, diventato secco come una prugna, non vuole le punture! Per ostacolare la nausea dovrei farne fino tre al giorno, se occorre. Però questi farmaci che la combattono mi rendono molto stitica, e allora anche in questo caso dovrebbe essere  il culetto a piangere. Povero, tutte a lui capitano, in più essendo io ormai pelle e ossa, c'è poco da pungere. Spero che le punture non mi servano in futuro perché la perdita di peso è continua, non riesco a recuperare chili e non so più a che santo votarmi. Non so se ne esista uno protettore dei culetti secchi, rinsecchiti,  in via d' estinzione. Ah, che bello vedere un bel culetto vintage. Cioè non vorrei che si pensasse che ammazzo il tempo guardando: "Culetti sodi, e turgide chiappe". Purtroppo io che ho sempre avuto, a parere d' altri (io non mi vedo dietro) un bel culetto sodo, ora devo fare i conti con questo scempio di carni cadenti.
Questa del culetto che fa anche ridere è invece indice della gravità della mia malattia. Spero che non si sia raggiunto il punto fatidico di non ritorno, nel senso, che il corpo non riesce più a recuperare mentre il tumore continua a mangiare.  Devo essere molto gustosa, se mi mangia così, viva e senza neppure l' aggiunta di sale o condimento. Non sapevo di essere così buona!
La malattia che ha ormai infiltrato il peritoneo e tanto altro, mi provoca vomito molto forte, più volte al giorno, per varie giornate consecutive. Va da sé che perdo chili, minerali, sali, zuccheri e liquidi. Mi disidrato insomma. I pochi giorni in cui non vomito, non riesco a recuperare il peso perduto, qui ci starebbe bene "La canzone del peso perduto", per fare la parodia di una bellissima opera di De Andre',  anzi, continua a calare. Credo che ormai il tumore si stia veramente nutrendo di me. Pensate un po', una parte di me che mangia e consuma altre parti di me. Ho un tumore che si crede astuto, ma in definitiva stupido. Mangia oggi, mangia domani, alla fine dovrò soccombere, ma lo stesso avverrà per lui. Che malattia imbecille. Non è che lei rimane per campione. No, no. Se ne va assieme a chi ha portato lentamente alla fine prematura. Comunque il titolo del mio racconto è :" Ma il culetto è mio ", per cui seguo la canzone e dico, no no no, non ci sto. Il culetto è mio è mio e perciò, il tumore, no no no!!!