

Cure fuori Regione. Cosa sono e come ottenere i rimborsi?
- di Redazione
- 6 Febbraio 2018
- Rita, poesie e non solo
Continuano le avventure della nostra magica Rita Meleddu
Ci sono molte prestazioni sanitarie non eseguibili in Sardegna. La cyber knife e la gamma knife sono tra queste. Questi macchinari non sono presenti nel nostro territorio regionale da cui ecco la necessità nel caso di bisogno di tali cure, di spostarsi obbligatoriamente fuori regione. La legge italiana nel principio di libera scelta del medico e del luogo di cura, prevede ricoveri di cura in tutte le strutture sanitarie pubbliche, private, accreditate e convenzionate presenti nel territorio nazionale. Nel rispetto di tale principio, la Sardegna considerata l'insularità, in materia di ricoveri fuori Regione, nel 1991 ha emanato la legge n. 26.
Questa legge prevede che l'azienda sanitaria di residenza dell'assistito conceda un'autorizzazione a recarsi fuori Sardegna perché il malato oltre al ricovero gratuito possa usufruire di un contributo per le spese di soggiorno e di viaggio, chiaramente quando le prestazioni non sono eseguibili in Sardegna o quando i tempi d'attesa sono tali da pregiudicare lo stato di salute della persona richiedente l'autorizzazione. Cosa bisogna fare però nel mio specifico?
Porto la mia esperienza affinché possa essere di utilità a chi si dovesse trovare nelle mie condizioni. Spesso (quasi sempre) i pazienti sono all'oscuro di quelli che sono i propri diritti e non sanno come muoversi. Ricevo spesso messaggi da persone che hanno necessità di cure fuori Regione ma non sanno assolutamente come muoversi. Cosa è accaduto nel mio caso? Scoperta una lesione alla testa, mi sono trovata di fronte a tre possibili soluzioni. Fare un intervento chirurgico, fare la terapia radiante frazionata al capo, con tutti i rischi, trattandosi della testa, o vedere se era possibile praticare la Cyber knife, perché non è così automatico. Bisogna che ci siano i presupposti per poterla eseguire.
Naturalmente ho scelto la soluzione meno invasiva. Ma dove andare? A chi rivolgermi? In Sardegna non esiste (a differenza di tantissime regioni italiane) il macchinario per tale radioterapia. Dunque mi sono messa in contatto con un Centro che pratica la cyber (in questo caso un Centro Diagnostico a Milano) e esposta brevemente la mia situazione ho chiesto e ottenuto una consulenza. A questo punto mi sono recata alla mia ASL di appartenenza e precisamente nell'Ufficio che si occupa di ricoveri o cure fuori Regione e ho chiesto informazioni.
Questa è la prima mossa fondamentale. Chiedere subito alla Asl. Altrimenti si corre il rischio di fare la consulenza senza prima aver prodotto la documentazione che provi che in Sardegna non si esegue questo tipo di terapia e perdere così tutti i benefici. Dunque cosa occorre in sintesi? Un certificato redatto dal medico specialista (nel mio caso l'oncologa) che attesti la necessità dell'assistito di recarsi fuori Regione per effettuare le cure, viste l'impossibilità di averle qui. Il medico scriverà anche se l'assistito è in condizioni di muoversi da solo o ha necessità di essere accompagnato.
Fondamentale scrivere questo. Così anche l'eventuale accompagnatore avrà diritto ai benefici. A questo punto si porta il certificato all'ufficio preposto alla ASL e si provvede ad aprire la pratica e a chiedere l'autorizzazione alla Regione. Questo sempre prima della partenza altrimenti si perdono i benefici. Ecco ci vuole più a dirlo che a farlo. Spero di essere stata chiara e d'aiuto a qualcuno.
Ricordo che curarsi fuori Regione è un nostro diritto. E vale per qualsiasi patologia non necessariamente oncologica. L'importante è che esistano i requisiti. Impossibilità di fare le cure in Sardegna o lunghi tempi d'attesa. Io non ho ottenuto ancora il rimborso ma non dispero. Prima o poi arriverà. Per ora sono più interessata al fatto che sembra che la terapia fatta, la cyber, sia andata bene.
Un'ultima cosa. Certo il macchinario della Cyber knife è costosissimo, ma se la Regione Sardegna lo acquistasse non sarebbe meglio? Si potrebbe cercare una sede al centro della Sardegna in modo da essere facilmente raggiungibile da tutti, si formerebbero i medici e i tecnici e io sono sicura che in breve si ammortizzerebbero i costi. Del resto credo che per rimborsare i pazienti che si recano fuori Regione ci vogliano un sacco di soldi. Ma siccome siamo in Italia si trova sempre il modo di rendere difficile ciò che è facile e a mio parere realizzabile.