Come un'oca all'ingrasso

Come un'oca all'ingrasso

  • di Redazione
  • 28 Gennaio 2020
  • Rita, poesie e non solo

Un nuovo appassionante racconto a cura della nostra magica Rita Meleddu allieta il nostro martedì

Non sono mai stata fanatica del culto del fisico, mai fatto sport, se non a scuola, anche se quando frequentavo le scuole medie, avevamo, o meglio i maschi della classe, avevano un professore di Educazione fisica, molto attivo, che allenava già dei ragazzi in altri paesi e riuscì a creare anche in paese, una squadra di ragazzi che si cimentavano in diverse discipline. Alcuni, non certo io che facevo corsa campestre, divennero così bravi che vincevano dappertutto, e alcuni parteciparono persino alle selezioni nazionali a Roma. Era il periodo in cui "I Giochi della gioventù" , erano in auge e Nurallao era sempre in prima linea con i suoi atleti. Paesino piccolo il nostro, ma quando ci si mette fa le cose per bene.  Ricordo diversi amici che per vari motivi lasciarono perdere l'attività agonistica, che comunque si svolgeva sempre sia in un clima di competizione, com'è logico che sia. Penso che nessun atleta partecipi a una competizione per far vincere gli altri, ma anche in un clima di unione e sempre, questo era basilare, il professore ce lo ripeteva spesso, nel rispetto dell'avversario.  Certo erano altri tempi, ora assistiamo negli stadi ad esempio, a scene disgustose, dove l' avversario è sbeffeggiato e ci sta, è sempre stato così, ma anche insultato e umiliato pesantemente, senza nessun rispetto per la persona. 

Tutte le persone hanno pari dignità, ma c'è chi se lo dimentica spesso è volentieri.  Il nostro professore ci insegnava che una squadra può molto, può tanto, singolarmente non si va da nessuna parte, tutti abbiamo bisogno degli altri, solo i presuntuosi pensano di essere Dio in terra, e credono di avere il mondo tra le mani e poter disporne a loro piacimento, e ne conosco tanti, meglio lasciarli a cuocere nel loro brodo, si accorgeranno prima o poi che non è così, e solo giocando uniti si vince. Una mia amica, nonché coetanea, che purtroppo non c'è più, era bravissima nei 100 e 200 metri piani, dovunque andasse vinceva e come detto in apertura, partecipò alle selezioni nazionali a Roma qualificandosi ai primi posti. Ora dopo questo breve  preambolo  - la sintesi non è il mio pregio migliore - e dopo essermi incartata in questo discorso, torno a me, altrimenti non si spiega neppure il titolo. Ho fatto tutto questo giro per dire che non faccio sport.  Ci volevano solo 3 parole per dire "non faccio sport" e invece ne ho adoperato 300 per dire la stessa cosa. Non sono quindi fanatica del culto del fisico ma dico la verità, ci tengo ad esso. La natura mi ha dotato di un fisico che è rimasto pressoché lo stesso da 40 anni e più a questa parte. Certo si capisce che non sono una ragazzina e mi fanno ridere quelle signore di una certa età, che si abbigliano come le figlie adolescenti, rendendosi ridicole.  Io posso ancora entrare in una certa taglia, ma il fisico di una quindicenne è diverso da quello di una quarantenne, peggio ancora cinquantenne o sessantenne.  Io ho quasi 60 anni, mi sembra strano anche scriverlo, perché non me li sento addosso, ma ce li ho, è inutile che mi dicano "sembri una ragazzina  , a parte che non è vero, le parole fanno la differenza e a me piace usare sempre quelle giuste. C'è una differenza è neppure tanto sottile, tra "essere " e "sembrare". Non mi piacciono gli abiti da vecchia, ma non posso neppure rendermi ridicola indossando capi studiati per ragazzine di 15 anni. Ogni età, ogni tempo ha i suoi momenti e cambiamenti.

Mi è venuto in mente un episodio proprio in questo momento, ve lo voglio raccontare se non mi avete già mollato, abbiate fede, tra un po' vi dirò e capirete chi è l'oca all'ingrasso. 
Dunque, qualche anno fa compro degli scarponcini molto carini, dei quali però pensandoci ora, non ricordo la fine che hanno fatto, erano lilla, molto semplici. Tutta fiera, anche se già conoscevo la risposta, li faccio vedere a un figlio, e chiedo: "ti piacciono?" E lui : "Puuuuu, non vorrai uscire con quelle, non lo vedi che sono da  bambina ?" Rispondo che non ho mai visto bambine piccole che calzano 39/40, a meno che non siano figlie di giganti e vado dall'altro figlio.  Se pensavo, ma già immaginavo, volevo farmi del male, che l'altro mio figlio mi avrebbe accolta meglio e approvato il mio acquisto mi sbagliavo di grosso. Lui non solo non approvava, ma infierì ulteriormente.  Ma dove pensavo di andare conciata così e non mi vergognavo, ecc ecc...
Dove dovevo andare vestita come un lillà (avevo anche la camicetta abbinata), in chiesa dovevo andare, e pure a piedi così mi avrebbero vista tutti.
Queste belle scarpine le ho messe a lungo perché molto comode, certo non mi sono mai lasciata  influenzare dai giudizi dei miei figli, che naturalmente hanno sempre da ridire su qualsiasi cosa indossi, eppure il giorno determinata ormai a uscire tutta primaverile, andai in chiesa a piedi, a dire il vero incontrai poche anime sul mio cammino, ma mi sembrava che quei pochi guardavano le mie scarpe e disapprovassero.  Camminavo allora incrociando i piedi cercando di nascondere le scarpe che manco a dirlo spiccavano con il loro colore lillà, che neanche un brillante nel fango. Giungo in chiesa finalmente e mi raggiunge il parroco di allora, e mi chiede di leggere una lettura durante la messa. Ecco ci mancava solo di dover salire sull'altare con tutti gli sguardi puntati sulle mie belle scarpine, e comunque lo feci e nessuno svenne dalla commozione o dal disgusto alla vista delle mie scarpe lillà.
Giuro che ora vi dirò dell'ingrasso...

Dicevo tante parole fa, che ho fortunatamente un fisico che è rimasto più o meno simile negli anni. Da sempre la mia taglia è la 44.  Persino appena avuti i miei gemelli sono rientrata nella mia taglia, senza bisogno di pancere costringenti, se non i primi giorni, né di diete per tornare in forma, ci pensarono i miei gemellini a farmi tornare in forma.  Non mi fermavo mai da mattina a sera, ed è sempre così, non me ne sto mai seduta ad attendere il mio destino, ma il mio destino quando sarà, è capace che mi troverà indaffarata, e allora mi dovrà aspettare, se ha tanta fretta cerchi qualcun altro, non posso mica partire lasciando la casa in disordine; non sia mai!!
Con tutto il movimento che faccio, su e giù anche se delle volte vado a rilento, è normale che il mio fisico non prende tanto peso, perché per mangiare mangio eccome...Eccoci al dunque, il mangiare. Il mio peso forma è sempre stato ma sarebbe meglio dire "era" 60/61 chili. Sempre quello anche durante le mie prime terapie intraprese nel 2009. Facevo cortisone che si sa provoca gonfiore e scatena un appetito fuori dalla grazia di Dio, e perciò bisogna cercare di contenersi. Ho visto pazienti prendere anche 25 chili di peso, e tutto questo lo addebitavano alle sole cure.  Può essere, ognuno di noi ha un metabolismo diverso, ma io vedevo anche la quantità enorme di cibo  che mangiavano, e lì il cortisone non c'entrava, bisogna moderarsi e come dice una mia amica, bisogna alzarsi da tavola avendo ancora un po' di fame e fare qualche piccolo sacrificio. Io mi sono sempre rispettata, ho grazie a Dio molto appetito, ma talvolta non gli do retta. Mio padre era molto rigoroso nell'alimentazione, mangiava di tutto ma poco, non esagerava mai e non so come facesse. Non abusava assolutamente dei dolciumi, uno bastava e a me che uno non mi basta neppure per identificarlo, alla mia domanda: "babbo, lo vuoi un altro?" Lui mi faceva le facce che mi facevano molto ridere (mio padre era molto ironico), rispondeva: "no no, bisogna sempre rispettarsi per vivere bene e a lungo".

Mio padre è morto a 88 anni, e solo in ultimo poteva dimostrare i suoi anni, perché soffriva e la sofferenza cambia anche la fisionomia di una persona.  Ma ha conservato un fisico asciutto si può dire fino alla fine. Mio padre era alto e ben fatto, e dava dei punti a certi giovanotti che si credono Brad Pitt...Dunque memore di questi insegnamenti sono stata sempre moderata nel mangiare, anzi no, capitava che mangiassi anche molto, ma come detto, mi muovo anche molto e riuscivo a smaltire.  Pensate, so che non è interessante ma ve lo dico lo stesso, che non ho mai avuto smagliature, neppure dopo la gravidanza, nulla, è vero che pur aspettando gemelli avevo preso meno di  15 chili, ma come detto, rientrai immediatamente nei miei abiti "Pre gravidanza" e da allora sono rimasta più o meno così.  Un giorno mi trovavo in farmacia e c'era una rappresentate di prodotti cosmetici,  che faceva la dimostrazione di prodotti anti cellulite e per togliere le smagliature (impresa più difficile che scalare l'Everest), e a un certo punto mi chiese se poteva mostrarmi tali prodotti.  Io me ne uscii dicendo: "Mi dispiace ma non ho cellulite né smagliature". Mi guardò stupita come a dire: "sarà vero? Ma anche beata lei..." ma era vero...Certo ora un pochino di cellulite c'è ma giusto poca, ho visto certe cosce in giro, aiuto, bisogna coprirsi, ma giustamente ognuna fa quello che vuole, non sarò io a demonizzare chi ha la cellulite, anzi mi scuso se chi mi legge ha cellulite, smagliature o è in sovrappeso. Non giudico certo una persona in base al suo peso, o alla sua altezza, ci mancherebbe!!

Qui parlo esclusivamente di me e si parla anche per far sorridere un po'.  Anzi autorizzo chi mi legge  a dirmi: "proprio tu parli che non hai neppure le tette e sei tutta smontabile, da che pulpito viene la predica!" Ditemelo, che non mi offendo mica!! Riuscirò a finire il racconto? Oggi la vedo dura ma è ora di concludere. Memore degli insegnamenti e i comportamenti di mio padre sono sempre stata attenta pur mangiando di tutto; ma circa un mese e mezzo fa è tornato signor cortisone a mettere i bastoni fra le ruote e minare le mie certezze ( leggi, mangia tutto senza ingrassare).
Dopo una settimana dalla sua assunzione, vero che sono dosi  belle toste, ho iniziato a gonfiarmi, ora ho il viso più gonfio di una zampogna e i tratti somatici sono diventati simili a quelli di tante malate di cancro, in più mi ha sviluppato ancora di più l'appetito, così che non sono andata tanto per il sottile e ho iniziato a mangiare di più. Ho quindi come prevedibile  preso un paio di chili di cui mi sono accorta o fatto finta di accorgermene solo quando ho dovuto comprare un paio di pantaloni e ho visto che non entravo più nella mia taglia 44; e va già bene che sono riuscita a farlo con una 46. Tutta sconsolata (non è vero ma fa più scena), sono tornata a casa riproponendomi di mangiare meno e non come un'oca all'ingrasso, che poi l'oca poverina viene costretta a ingurgitare cibo per ingrassare, ma lei non deve esserne contenta...

Dunque ho cominciato a dire a mio marito: "da oggi sono a dieta !" Lui mi ha guardato come a dire: "si, credici!!" In effetti non ci credevo neppure io, però mi conosco e so quanto sono determinata nel fare una cosa se me la metto in testa, devo perdere un paio di chili e li perderò fosse l'ultima cosa che faccio. Arrivo a minacciare me stessa per convincermi di una cosa. Comunque ieri a cena sono stata brava; ho mangiato solo una misera fetta di pane, un po' di formaggio, del prosciutto crudo, 2 dico 2  tristi mandarini e stavo per coccolarmi un po' con 2, sempre 2, pezzetti di cioccolato al latte, dopo di che mi sarei alzata da tavola più affamata di prima, ma era lo scotto da pagare per perdere peso. Ero tutta fiera di me, della mia determinazione, di come se mi metto in testa di fare qualcosa la faccio, quando mi sono ricordata che mio figlio aveva partecipato al battesimo di un nostro nipotino ed era tornato a casa, con un piatto colmo di dolci.  Ricordarmene e agguantare il piatto è stato un tutt'uno.  Mi sono complimentata con me stessa per la mia coerenza, della serie "Dico A e faccio B",  e mi sono detta: "che fai, non favorisci? Sembra brutto!" E ho mangiato dei dolci buonissimi,  senza esagerare però, alla salute del nostro nipotino. E intanto l'ingrasso continua...