(Revisione)
- di Redazione
- 15 Aprile 2021
- (Parole tra parentesi)
L’amica Monica Badas racconta con sincerità e ironia un momento topico del percorso oncologico, la revisione
Esame o controllo, per lo più periodico, inteso a verificare il grado dell'efficienza, della funzionalità, della corrispondenza a determinati requisiti. Siamo nuovamente alla revisione dei sei mesi. Come una macchina, che regolarmente fa un tagliando, anche io sono richiamata alla revisione. Un nuovo controllo in tempo di COVID, esattamente come un anno fa, e già spostato per tre volte di seguito. Cosa significa questo appuntamento stabile nell’ arco dell’ anno? Un incontro al quale mi preparo con trepidazione, con paura e ansia. Trepidazione, direte voi ? Sì! Perché lo attendo, combattuto tra la speranza e la paura, l’inquietudine, il batticuore, il timore e vorrei avere i risultati delle visite e del mio check up arrivando direttamente ai risultati. Sarebbe fantastico! Questo è indice di un’ansia e di paura di fondo rimasta dopo gli anni di terapia. Per quanto io sia fondamentalmente fiduciosa e fatalista, fare le analisi del sangue e le visite assegnatemi mi crea sempre un insieme di emozioni e un groppone allo stomaco. Le mie povere vene urlano: "Ancora? Ma non vedete che siamo diventate piccole piccole, rigide e facciamo uscire poche gocce di sangue?". Eppure anche questa volta vi coccolo e vi chiedo di fare un piccolo sforzo e di essere generose.
E quando devo fare la mammografia? Ne vogliamo parlare? Immaginate la scena: io mezza nuda di fronte a un macchinario che aspetta di appiattire il mio seno come se fosse una macchinetta che prepara degli hamburger regolari, rotondi, perfettamente piatti. Sei lì, immobile, trattieni il respiro e pensi a quale premio ti concederai dopo la visita. "Croissant e cappuccino o cioccolata calda con la panna"? Ardua decisione. E la MOC? No, non è una marca di caffè, ma un esame di cui ci si avvale per misurare la quantità di calcio presente nelle ossa. Le mie sono di gran lunga più anziane della mia età anagrafica e quando cigolano io non le ascolto. Non darò mai la soddisfazione a un fisico aggiustato, rattoppato, di farmi sentire vecchia prima del tempo. La verità sapete qual è? Che per quanto io cerchi di sorridere, sdrammatizzare ed essere ironica, mi sento sempre con il fiato sospeso fino a quando il medico pronuncia le parole del "tutto bene ci vediamo tra sei mesi". Allora posso finalmente riprendere a respirare ed essere grata del tempo che ancora posso godere con serenità.