(Baijicca)

(Baijicca)

  • di Redazione
  • 8 Luglio 2021
  • (Parole tra parentesi)

L’amica Monica Badas ci racconta le sue emozioni da onco-attrice all’interno del corto teatrale Baijicca

Un corto teatrale prodotto dal "Teatro Dallarmadio" con la collaborazione del "Laboratorio Oncologico". Il laboratorio, per chi non lo sapesse, nasce dall’idea di una giovane donna, Elisabetta Cuccu che, alle prese con la terza recidiva di un Linfoma di Hodgking, ha sentito il bisogno di fare qualcosa che andasse oltre il personale lottare contro il tumore progettando il laboratorio, mentre era in camera sterile in attesa di trapianto. Grazie all’incontro di Elisabetta con Fabio e Antonello del Teatro Dallarmadio, nasce il laboratorio Orcoillogico e lo spettacolo " Baijicca".
La prima volta che lo vidi era il 2015 e avevo appena terminato la chemio. All’epoca non recitavo perché ero ancora in ripresa, ma ogni volta che lo spettacolo andava in scena ero una spettatrice fedele che ritrovavo nelle battute, nelle paure, nella speranza e nella rinascita un pezzetto di me. Negli anni ci sono state repliche e stravolgimenti, ricambio di attrici che hanno calcato la scena e che ora sono "assenza presenza". Circa due anni fa mi sono inserita nel gruppo dell’Orcoillogico e devo dire, che se è fantastico provare le emozioni da spettatrice, da attrice è tutto un altro mondo. Durante il periodo del Covid, ahimè, non siamo riuscite a vederci, a provare, ma il nostro fantastico gruppo ha mantenuto vivo il rapporto attraverso una chat dove non sono mancati il sostegno e le battute. Fino a quando un giorno Fabio ci comunica che saremo andate in scena dopo un anno e mezzo. Non posso descrivervi l’emozione che ho provato, il groppone allo stomaco, il cuore che batteva all’ impazzata e le gambe che tremavano. L’ eccitazione è stata grandissima anche se nello spettacolo io recito solo poche battute. Sono quelle che unite alle battute delle altre onco-attrici rendono questo spettacolo unico. Il nostro maestro dice "in scena" raccolgo le mie emozioni e, forte della condivisione e della forza del gruppo, inizio a camminare verso il palco. Siamo insieme, siamo una forza, siamo pezzetti di un puzzle che si incastrano alla perfezione, siamo donne che non hanno permesso alla malattia di rubare la scena, siamo donne che hanno saputo trasformare, ancora una volta, una ferita e una difficoltà in un messaggio da lasciare allo spettatore.
Salgo sul palco con il mio bellissimo vestito e il mio trucco vistoso, sento il cuore che batte forte e sento quello delle mie compagne e, prima della musica, del movimento e delle parole, lasciamo che arrivi al pubblico il battito del nostro cuore.