Wounds and bags
- di Redazione
- 2 Ottobre 2020
- La collana di perle di Giulia
È venerdì e l’amica Giulia Muntoni ci delizia con una delle sue meravigliose perle
"Se non guarisci ciò che ti ha ferito, sanguinerai addosso a persone che non ti hanno tagliato". Ognuno di noi si porta dietro ferite che si è procurato nel corso degli anni, come risultato della propria "esposizione" al mondo. È una cosa che tutti abbiamo in comune, essenziale per poter imparare ed evolverci. Alcune sono più evidenti di altre, restano cicatrici a fior di pelle, quasi ad ornamento delle nostre anime. Non fanno più male e ci ricordano momenti nei quali la nostra capacità di reagire ha fatto la differenza. In quanto tali, ci possono addirittura ispirare, spronare a ritrovare la stessa forza per le prove future. Poi ci sono le più subdole, che sono anche le più profonde. Difficili da far rimarginare, spesso impossibili da condividere. Sappiamo a memoria che, se ignorate, ci si ritorceranno contro; eppure, è esattamente quello che facciamo, almeno nella maggior parte dei casi. Non è solo indolenza né solamente paura. Speriamo, ci illudiamo che prima o poi migliorino da sole. Che quel pensiero, semplicemente, sparisca. Magari dopo che avremo raggiunto qualche altro traguardo personale, o dopo che sarà passato un numero sufficiente di anni. Ma non migliorano. E il pensiero non sparisce. Possiamo rimandare di affrontarle solo per un certo tempo, ma non in eterno. E se siamo così stolti da pensarla diversamente, loro troveranno il modo di infiltrarsi nella nostra vita come una chiazza di umido su una parete, sempre più visibile e dannosa. Sono subdole e puntuali, e noi spesso tardiamo a capire che il problema di oggi sia la manifestazione dell’irrisolto di ieri. Ma possiamo e dobbiamo capirlo. Per vivere più in armonia con noi stessi e non rubare potenziale al nostro futuro. E come prova d’amore verso gli altri, perché non si ritrovino a dover portare anche il nostro, oltre al proprio bagaglio, solo perché noi ci rifiutiamo di guardarci dentro.