Turn the light up
- di Redazione
- 13 Dicembre 2019
- La collana di perle di Giulia
Ritorna il meraviglioso appuntamento del venerdì con la rubrica "La Collana di perle di Giulia"curata da Giulia Muntoni
Mio padre amava i temporali estivi. Apriva la porta finestra e restava anche per ore a guardarli, come se stesse godendo dello spettacolo più prestigioso. Io allora sorridevo, senza capire che, decenni prima che si parlasse di Mindfulness, mio padre mi stava insegnando il segreto della vita.
Ti capita mai di renderti conto di essere stata "altrove", persa in narrative che sentivi solo tu, crucciandoti per cose che magari non sono neanche successe?
Per quanto mi riguarda, ogni volta che mi rendo conto di non essere "davvero presente" nell’attimo in cui vivo, la cosa mi addolora.
Non mi accorgo mai del momento preciso nel quale succede, da quanto io abbia smesso di vedere con occhi freschi e avidi di dettagli tutto quello che mi circonda, appesa al filo di pensieri sul passato o su false proiezioni del futuro che finisce per strozzarmi.
Ogni volta che succede, però, pretendo da me stessa una reazione: innanzitutto, non c’è tempo per giudicarsi, perciò cerco di non farlo. Invece, voglio ripartire dal nuovo che mi son persa, dall’esplorazione più attenta di quello che già conosco, di quello che pensavo di sapere. Alla scoperta del mio nuovo "vecchio mondo".
Sarà un caso ma non c’è una volta in cui questa "missione" mi deluda: è come avere la possibilità di riavvolgere il nastro e guardare cose diverse, la seconda volta. E non necessariamente perché ci siano sempre dettagli imperdibili. Anzi. Eppure, il fatto stesso di aggiungere intenzione al modo in cui osservo, sparge su tutto un colore più vivido, come una sorta di polverina magica.
Forse perché mi ricorda quanto poco basti per trovare motivi di gioia, piccola o grande, nei percorsi del quotidiano, senza bisogno di rimandare il tempo di cercarla al fine settimana, a quando sarò più riposata, o più libera, o semplicemente altrove.
In un attimo, la serenità è già tutta lì, davanti a me, arriva non appena mi sposto dal "cosa" al "come". All’improvviso mi muovo in un mondo popolato da altre persone e non solo da ostacoli da evitare per camminare o entrare in metro. Ma sguardi, odori, persino sorrisi a volte, di qualcun altro che, come me, magari alza lo sguardo da un cellulare e si sintonizza su quello che ha intorno.
Ma anche se non interagisco con nessuno e semplicemente osservo, e lascio che per un po’ il gomitolo di pensieri stia lì a ingarbugliarsi, subito mi sembra che la morsa sia allentata e l’animo più sgombro.
Viaggiare apre la mente e fa bene al cuore. Perciò viaggia, più che puoi. Purché non dimentichi mai che non esiste tesoro più prezioso dell’onesta e profonda conoscenza di quello che hai dentro, che poi illumina, se usato con saggezza, tutto quello che hai intorno. Tu e i tuoi pensieri sarete coinquilini per tutta la vita, non sarebbe bellissimo conviverci in armonia?
Non avere paura di quello che non sai. Scoprilo. La luce è dentro. Basta accenderla.