La nostra Giulia Muntoni ci regala un'altra delle sue meravigliose perle del venerdì

Non illudetevi di conoscermi. Io stessa imparo cose nuove su di me ogni giorno. Che poi, come si può avere la presunzione di conoscere qualcuno abbastanza da giudicare quello che fa e dice?
Se lo si giudica, non resta il tempo per amarlo. E spesso, molto spesso, quello che altri possono pensare su di noi riflette più il loro modo di essere che il nostro.
Personalmente, rifiuto con tutta me stessa l’idea di essere riposta dentro una casella. Non sono nata per le caselle, io. Ho ali che si stropicciano molto facilmente.
40 anni e ancora non so quale sia il modo migliore per conservarle senza danneggiarle.

Ho provato un po’ di tutto. Ma è difficile trovare il giusto mezzo tra proteggersi troppo e restare in balia degli elementi.
Ci vogliono confini. Sani. E individuarli non è una scienza esatta, no. Anche la libertà personale è un concetto relativo. Un attimo sei libero, l’attimo dopo soffocato, quello dopo ancora ti senti solo. È come un pendolo che oscilla tra due stati ugualmente scomodi.
Bisognerebbe imparare a fidarsi in uguale misura di se stessi e degli altri. Il successo, suppongo, si potrà misurare solo in base a quanto riusciremo a sentirci bene in una situazione, a quanto a nostro agio saremo in un rapporto, in uno scenario, nella nostra pelle.

Fino ad allora, tutto avrà un prezzo. Scopriremo che essere felici ha molto, troppo a che fare con l’essere vulnerabili. Con il concedersi il lusso di mostrarsi all'altro esattamente per come si è. Con il rischiare di essere travolti, calpestati, gettati via o semplicemente ignorati.
Rinunciare per me non è un’opzione. Siamo nati per interagire, amare ed essere amati. Ma non da tutti nè a qualunque costo. Saremo felici, prima di tutto, se crederemo davvero di meritare di esserlo e poi, se sapremo scegliere con cura chi avere dall'altra parte del muro. Ma soprattutto, per chi valga la pena abbatterlo.