The two pillars
- di Redazione
- 15 Novembre 2024
- La collana di perle di Giulia
Ancora una volta Giulia Muntoni racconta le sue emozioni e ci fa riflettere sul senso della vita e dei doni che regala
Quante cose si dicono sul coraggio. C’è chi lo invoca, chi lo glorifica e chi, semplicemente, lo incarna. Comunque si veda, non possiamo che parlarne in termini positivi. Ma che dire del suo gemello, senza cui il coraggio stesso non potrebbe esistere? Troppo spesso ce ne dimentichiamo: che la paura è un dono in incognito, un super potere. È un fermo immagine che ci costringe a prestare attenzione. Di solito è inversamente proporzionale all’esperienza che abbiamo della situazione in cui ci troviamo. Se l’abbiamo già vissuta, in qualche modo, spaventa di meno. Vale anche per una malattia? Non credo, no. Ogni tumore è a sé, una freccia diversa scagliata dall’arco del destino. Non c’è modo di essere preparati, per quanto si stia sempre più o meno in guardia.
Ogni volta (ogni tre mesi) che aspetto il risultato di una TAC, resto pietrificata, sospesa. Ma qundo poi arriva il risultato e riprendo fiato, mi scopro più equipaggiata, quasi rinvigorita. Quell’enorme paura mi schiaccia l’anima e, senza che me ne accorga, la rimodella, come in uno stampo. La forma assunta è sempre quella di uno scudo; la paura, dapprima, mi toglie il respiro e i pensieri, e poi, con un contraccolpo, restituisce alla mia azione ancora più foga, mi "prepara". La capacità di reagire, certo, è la mia ma la paura è quello che ogni volta mi permette dare il colpo di reni che mi fa scattare in posizione, pronta, per quanto possibile, ad affrontare il da farsi. Allora, da persona ormai diversamente sana, non butto via nulla, perché ho sperimentato che tutto serve. Letteralmente.
La Vita dà, la Vita toglie. Ma, più spesso di quanto si creda, dà anche mentre toglie.
Forse la gratitudine non c'entra niente con la gioia. Forse l’essere grati significa dare il giusto valore alle cose, apprezzare le vittorie, stupirsi della fatica che ci vuole per essere un essere umano. Possiamo essere riconoscenti per le cose che conosciamo, e per quelle che non conosceremo mai. Ma, alla fine, il fatto che abbiamo ancora il coraggio di restare in piedi e già un motivo sufficiente per festeggiare.