The right to just be
- di Redazione
- 21 Aprile 2023
- La collana di perle di Giulia
Sempre combattiva e coraggiosa verso il futuro la nostra cara Giulia Muntoni ci racconta uno spaccato di ciò che è invisibile agli occhi
Ma cosa ne sanno le persone di come io mi possa sentire quando mi prende in pieno l’ennesima tempesta ormonale? Quanto mi logorino lo spirito gli ormoni che ancora si ribellano anche se sono stati bloccati da quando avevo 34 anni? Come si può dire di conoscermi se neanche io mi riconosco?
Immaginate di dover fare una gara di corsa con due grossi pesi alle caviglie e vedere gli altri concorrenti che sfrecciano ai lati, leggeri e motivati. C’è davvero il tanto per infuriarsi.
E, a volte, anche io mi siedo accanto alla mia rabbia e la osservo senza poterla mandare via. Altrimenti sarei un robot. Ma non mi piace farlo. Dopo tutto questo tempo e tutte queste tempeste ormonali che vanno e vengono, non riesco a farmi piacere la versione sabotata di me che mi capita di diventare.
Io sì, mi ricordo. Di tutti i 33 anni precedenti a "questo".
E, dopo tutte le privazioni, le amputazioni, i sacrifici e le lotte degli ultimi 10 anni, ad oggi la cosa più dolorosa resta il dover far convivere il modo in cui mi sento con la gratitudine di esserci comunque.
So che anche la gratitudine richiede allenamento. E che se non praticata costantemente, si rischia di disabituarsi a provarla.
Ma mi dite come si possa provare gratitudine quando si è così deboli da non stare in piedi?
Si aspetta, credo. Che magari la notte cambi qualcosa, con o senza sonno ristoratore, che di solito dura poche ore.
Si aspetta di tornare ad essere più tolleranti, se ci si riesce. Si aspetta che il sole, un sorriso, un pensiero più chiaro, una carezza o solo la propria voglia e determinazione portino un po’ di tregua.
E anche nel frattempo, ci sono. Rivendico la mia esistenza a prescindere. Il mio diritto a sopravvivere in attesa di vivere, perchè in quei momenti la volontà non c’entra più nulla, la libertà d’azione è altrove.
Ma non appena tornerà nelle mie mani, io so di poter spostare anche le montagne. Questo viso stanco, occhialuto, con occhi piccoli e irritati, signori miei, è solo quello che vedete. Dentro, ho lingue di fuoco al posto delle ali e, quando meno ve lo aspettate, tornerò a volare.