The growing pains of the soul
- di Redazione
- 1 Maggio 2020
- La collana di perle di Giulia
Ritorna il meraviglioso appuntamento del venerdì con "La Collana di perle di Giulia"
"Voi siete buoni quando siete in unione con voi stessi. Ma anche quando non siete in unione con voi stessi, non siete cattivi. Perché una casa divisa non è un covo di ladri; è soltanto una casa divisa. Siete buoni quando vi indirizzate alla meta fermamente e con passo deciso. Ma non siete cattivi se ci andate zoppicando. Anche chi zoppica non cammina a ritroso."
Gibran. C’è sempre lui a illuminarmi la strada e ricordarmi cose su me stessa che a volte dimentico. Come quando ci sfiniamo, appesantendoci di pensieri ricorrenti e carichi di giudizi su noi stessi. Io lo faccio continuamente. Sembra quasi un contrappasso per la pace lucida e la chiarezza di intenti che riesco a indirizzare verso il resto del mondo. Ci avete fatto caso? Ci viene più spontaneo criticarci piuttosto che premiarci per i piccoli grandi successi di ogni giorno. Proprio come è molto più facile credere alla cattiverie che sentiamo sul nostro conto piuttosto che ai complimenti.
Ma dubitare di sè non è un delitto. E’ umano, doloroso, necessario. Finchè c’è tormento c’è battaglia, significa che la nostra anima è viva e cerca giustizia. Cerca benessere. L’evoluzione è sempre stato un processo doloroso. Anche lo spirito deve passare attraverso i "growing pains", i dolori della crescita.
Ogni volta che perdo il senso di quanto sia importante volermi bene e accettare quello che sento, cerco conforto nella tenerezza di vedermi inerme ma non arresa. E puntualmente lo trovo. Perchè, alla fine, è proprio dalle crepe dell’anima che spargiamo nel mondo la nostra polverina magica. Ed io, sempre più spesso, mi ritrovo a provare tenerezza per le mie ferite che non riescono a placare la mia voglia di stare bene.
Voglio deporre le armi e innamorarmi del mio sorriso. Ogni giorno.