La nostra Giulia Muntoni non si arrende mai e trova in se stessa tutta la forza di cui ha bisogno

"Se cerchi sempre di essere normale non saprai mai quanto puoi essere straordinario".
Il problema è proprio che, pur conoscendo bene il mio potenziale, ci sono giorni in cui stento a riconoscere anche la versione "normale" di me stessa. Gli effetti della terapia si ripropongono con testardaggine nonostante io tenda ad ignorarli. O forse, proprio per questo, arrivano più tronfi a scipparmi forze e pensieri, pensando di potersi fare beffe di me.

Se dicessi che dopo tanti anni e due incontri ravvicinati con la malattia mi sono abituata a questi stravolgimenti fisici e mentali, mentirei.
Come si fa, del resto, a non sentire frustrazione per un corpo perennemente affaticato e una mente sempre troppo affollata?
Ma non è la lamentela che mi soddisfa. Anzi, io vengo dal pianeta opposto. Dopo sette anni, sono ancora qui ad imparare come evadere dalle gabbie che mi limitano perché io so quali miracoli sia in grado di compiere la mia gioia di vivere, che rivendico per la me che sempre si erge fiera, mai scalfita né scalfibile.

Il fatto che ogni volta che la nuvola passa io riabbracci quella Giulia con un senso di sorpresa, forse è una buona cosa. All’inizio mi sembrava ingenuità, ma ora capisco che QUELLA meraviglia è un bene essenziale da preservare con cura, perché mai lasci il posto al cinismo di chi fa finta che niente gli importi.
Continuate pure a transitare nel mio cielo, cari nuvoloni. Io sono quel fottutissimo fazzoletto di cielo azzurro che, alla fine, riemerge sempre.