Ritorna il meraviglioso appuntamento del venerdì con la rubrica curata dalla nostra stupenda Giulia Muntoni

E così ci risiamo. 
Dopo 6 anni, non sono più "diversamente sana".  Devo fare pace con gli equilibri di nuovo impazziti nel mio corpo e affidarmi a cure che non pensavo avrei più sperimentato. 
La vita è un’insegnante molto severa e spesso non sente ragioni. È questo e adesso, quello che devo vivere. Non un’altra cosa, non in un altro momento.  
Non c’è stato tempo di fantasticare sulla destinazione, o preparare le valigie con cura. Mi sono ritrovata già in viaggio e so a malapena dove mi trovi o quello che devo fare.  
Eppure non riesco a non intuire un piano che vada al di là del mio naso. Non credo che l’esistenza sia meno piena di armonia o di grazia oggi,  mentre impasto a mani nude la terra e mi auguro di rifiorire.  
Non è corretto dire che a volte non si ha voce in capitolo:  possiamo sempre scegliere chi essere. Nessuno prima di oggi è stato me, a questo bivio, e perciò sarò io sola a dovere/potere trovare il modo di essere "me"stessa in questo nuovo frangente. 
Ancora una volta, non mi interessano le statistiche, i sentito dire, le procedure. Siamo sole, io e la mia nuova missione. Con la benedizione, ovviamente, della compagnia di chi ci vorrà essere.
La prima voce sulla mia lista è il non condannarmi a vedermi diversa, solo perchè qualcosa è cambiata. E spero che anche gli altri seguano il mio esempio. Io sono sempre la stessa, forse un po’ più spaventata ma incredibilmente grata per quello che so e che sono. E tutto sommato, volente o nolente, pronta.