Ray of light

Ray of light

  • di Redazione
  • 25 Ottobre 2019
  • La collana di perle di Giulia

Torna l’atteso appuntamento del venerdì con la rubrica curata dalla nostra amica Giulia Muntoni

Ho avuto una giornata terribile. Quante volte lo diciamo? A volte ripetendolo come una cantilena, quasi senza rifletterci. Io ne ero convinta, ieri. E, fino ad un certo punto, non c’è stato nulla che potesse invertire la tendenza a sentirmi come se camminassi nuda controvento dentro la tempesta.

Venivo da giornate interminabili che mi avevano sfiancata nel corpo e logorata nello spirito, nella motivazione, nell’entusiasmo. Ci sono giorni così, che calano su di noi come una cortina di nebbia, spessa e inevitabile, e fagocitano le nostre energie prima ancora che avessimo avuto il tempo di farne l’appello. Periodi interi, a volte, in cui la risoluzione di ogni piccolo imprevisto sembra un sacrificio.
Se solo avessi un po’ di tempo, pensavo, anche solo una manciata d’ore senza nessun impegno, per far rallentare il vortice dei pensieri e riprendere fiato durante la sfrenata corsa contro il tempo, che scandisce il ritmo della mia settimana. Non desideravo neanche sottrarmi alle mie prove, soltanto essere io a scegliere il momento più adatto per affrontarle.

C’è stato persino un attimo in cui ho creduto che un’onda di emozioni incontrollabili stesse per avere la meglio. Uno di quegli attimi in cui non sai dove termina la spossatezza e comincia il malumore. È stato allora che ho iniziato la risalita verso la superficie. E sono stati gli input di inconsapevoli voci empatiche a compiere la magia. Dapprima una cara amica, subito dopo avermi sentita non troppo in forma, ha chiesto cosa potesse fare per rasserenarmi.

Ma con una semplicità tale e un desiderio così genuino di farmi star meglio da commuovermi. Poi è stata la volta di un commento, fatto quasi di sfuggita, da parte di un’altra amica che mi ha fatto notare quanto mi trovasse luminosa in quel momento. A poco a poco qualcosa ha iniziato a muoversi, il peso è diminuito, il cuore si è fatto più leggero. Luminosa, ho ripetuto. E nel considerare quel concetto mi sono chiesta cosa mi trattenesse, in fondo, dal crederci io per prima.

Allora, come un’epifania, mi sono tornate alla mente quelle parole di Camus a me così care: "Nel bel mezzo dell’inverno, ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate". Perché all’estate somigliava la mia ripresa, e come un sole caldo la mia consapevolezza ha riscaldato un’anima intirizzita.

È forse scomparso il senso di stanchezza profonda delle ore precedenti? No, non direi. Ma l’unica cosa che conta è che io ho capito. Che non deve essere tutto in ordine perché sia tutto a posto. Che nella normale alternanza di alti e bassi, a volte l’uno coesiste con l’altro, senza sminuire i problemi ma senza oscurare la propria luce. E mi riscopro ancora una volta alata, impavida, mai doma. Anche durante giornate in apparenza buie, non si estingue quel fuoco che mi anima. Anche quando la mia vita può non piacermi, non la amo un soffio di meno.