Just do your best

Just do your best

  • di Redazione
  • 15 Novembre 2019
  • La collana di perle di Giulia

Torna l’atteso appuntamento del venerdì con la rubrica curata dalla nostra amica Giulia Muntoni

Si dice: "Se vuoi far ridere Dio, raccontagli i tuoi progetti" Oggi, mentre riflettevo sui miei, mi sono chiesta se quello che ho in mente lo divertirà. Spesso non basta volere una cosa, programmarla, cercare di raggiungerla con tutte le proprie forze. La vita è imprevedibile e ragiona secondo logiche proprie. Una cosa può non essere sbagliata per noi in valore assoluto ma se il tempismo non è quello giusto, non c’è sforzo che tenga. "Esistono due tipi di preghiera, dice Coelho. "Il primo è quello con cui si chiede che accadano determinate cose, tentando di suggerire a Dio ciò che Egli deve fare. Al Creatore non si concede tempo né spazio per agire. Dio, che sa benissimo ciò che è meglio per ciascuno, continua ad agire come Gli conviene. E colui che prega rimane con la sensazione di non essere stato ascoltato. Il secondo tipo di preghiera è quello in cui, anche senza comprendere i cammini dell'Altissimo, l'uomo lascia che nella propria vita si compiano i disegni del Creatore. Implora che gli sia risparmiata la sofferenza, chiede gioia nel Buon Combattimento, ma mai - in nessun momento - dimentica di pronunciare la formula: "Sia fatta la Tua volontà. Il guerriero della luce prega in questa seconda maniera." Se pure io non preghi spesso nel modo tradizionale, vorrei tanto saperlo sempre fare con giudizio, affidarmi alla Vita, farmi condurre ciecamente. Il che non significa non provarci, non credere in qualcosa abbastanza da lottare. Significa piuttosto accettare la sconfitta con grazia e intuire che qualcosa di meglio si possa preparare. Ma questo richiede una fede negli eventi che, spesso, manca anche a me. Investire tempo ed energie in un obiettivo, equivale sempre ad andare incontro ad un’incognita. Nessuna garanzia, nessuna rete. Più è alta la posta in gioco e più si rischia di farsi male, in caso di caduta. Ma io dico che fa più male stare fermi, lasciarsi vivere dalle circostanze.  In fondo, poi, non c’è bisogno di compiere grandi imprese per dare un senso alle cose, basterebbe restare concentrati su chi conta davvero, su quello che ci fa stare bene, che ci arricchisce. Che Dio rida o meno dei miei progetti, sento che la mia evoluzione coincide con il lasciare andare l’idea che avevo di me ed abbracciare la Giulia che ho scoperto di essere, col liberarmi della zavorra emotiva e mantenere la mia anima pulita. E in ordine. Perchè non mi sento mai più elegante di quando indosso l’Amore.

Perciò io so che cosa ho scelto di fare: salto.