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- di Redazione
- 30 Marzo 2018
- La collana di perle di Giulia
Ritorna l’appuntamento con la rubrica curata da Giulia Muntoni, "La Collana di Perle di Giulia"
Ho un' immagine in mente: di me che, cieca, attraverso un'autostrada in piena notte, noncurante della macchina che sta per sfrecciare nella mia direzione. E di un paio di mani sconosciute che, all'ultimo secondo, mi spingono a terra con violenza. E mi salvano. E, dato che la Vita mi parla sempre per immagini, capisco subito che si tratta di qualcos'altro, che la mia cecità è tutt'altro che fisica, che la spinta che mi salva, seppure facendomi cadere rovinosamente, non viene da una persona, e che ad investirmi e possibilmente uccidermi non è una macchina. Ancora una volta, per quanto io mi sforzi, non riesco a capire perché, nel mio caso, il cancro sia stata la caduta che mi ha salvato da un pericolo più grande, quello di una morte dell'anima, di una non-vita di lutto e dolore. Penso a tutte quelle persone che hanno lottato fino all'ultimo con grazia, consapevolezza e dignità. Non capirò mai perché loro sì e io no. Non credo che il mio capirlo sia il punto. Il punto è portare nel resto della mia vita la loro voglia di vivere e assicurarmi che non mi capiti MAI piu' di non amarmi incondizionatamente.