Happy new year

Happy new year

  • di Redazione
  • 3 Gennaio 2020
  • La collana di perle di Giulia

Arriva il venerdì di Giulia Muntoni che ci regala un’altra preziosa perla

C’è una foto che ho da sempre impressa nella mente: mia madre il giorno dei suoi 40 anni, in piedi nella nostra casa al mare, elegantissima e sorridente. Io avevo 7 anni. Mi è sempre sembrata il ritratto della realizzazione, di un tempo della vita nel quale si raccolgono i frutti, ci si gode la famiglia e le gioie degli adulti.
Inutile dire che non potrei sentirmi più lontana da quell’immagine: oggi compio 40 anni e sono, ai miei occhi, poco più di una donna alle prime armi. Non tanto, o non solo, perché non ho figli o una famiglia mia.
Forse per tutti, anno dopo anno, la sensazione resta sostanzialmente una: che siamo sempre gli stessi e le cose che ci sono successe fino a questo momento non sono altro che un preambolo alla vita "da adulti" che ancora deve arrivare.

Beh, in realtà, non devo sforzarmi molto per ricollocarmi nel tempo e nello spazio: mi basta evocare una serie di nomi, quelli di tutte le persone che ho conosciuto negli anni e ho visto andarsene troppo presto. Una su tutte Eleonora, che non compirà mai 37 anni. Può sembrare un pensiero cupo ma in realtà mi sostiene; mi àncora saldamente al terreno e mi costringe a spalancare bene gli occhi su quello che sto vivendo.
Analizzando questi quarant’anni, non tutto di quello che vedo è piacevole, è ovvio, ma tutto ha un impatto sulla persona che sono e smuove in qualche modo qualcosa che ho dentro. Parto dal buono: i viaggi, le esperienze all’estero, gli incontri, gli scambi, gli studi, la linfa di un’esistenza mai statica, mai facile ma ricca di traguardi e contenuto e raramente noiosa. Poi passo a contare le ombre, i dolori, le paure, le cadute, le aspettative irreali, le false speranze.

Guardandola da questo punto di vista, la vita passata finora improvvisamente non sembra più breve; né appare più una ma dieci, venti vite diverse. Col tempo, ma soprattutto ultimamente, ho iniziato a concedermi le attenuanti del caso. Sempre più spesso provo a sedere insieme ai miei fantasmi anzi che affrettarmi a distruggerli, cercando di non sentirmi sconfitta se tornano ancora.
Tra tante riflessioni, pensavo che questo concetto fosse un dettaglio ma oggi mi accorgo che è questa la svolta, il dono celato di un’età più matura: non posso annullare l’ansia per i progetti che temo di non realizzare, o l’apprensione per le lezioni che stento a imparare. Ma in questa ritrovata tolleranza mista a tenerezza che provo nei miei confronti io scorgo progresso. E speranza.
E questo mi basta, mi appaga e mi sprona. 2020. Si inizia di nuovo, sulla carta per lo meno. Lo spirito è vivo, l’intenzione è focalizzata. Il resto, come sempre, verrà.