Forging meaning
- di Redazione
- 31 Maggio 2019
- La collana di perle di Giulia
Ritorna il prezioso appuntamento del venerdì con la rubrica "La collana di perle di Giulia" curata dall'amica Giulia Muntoni
Quando la settimana inizia con due notizie difficili, ognuna a modo suo, trovare la forza di affrontarla al meglio non è banale. Al risveglio di lunedì, ho dovuto constatare, come paventavo, la vittoria politica di una fazione che ha prevalso gettando uno scurissimo velo di amarezza e instabilità sul mio paese e su di me. E, non appena aperti i social media, ho capito anche che un’ennesima splendida ragazza se n’era appena andata, assurdamente presto, per colpa del solito maledetto tumore lasciando, tra gli altri, una figlia di 10 anni. Il passo da questo allo sconforto è stato immediato. Neanche chi abbia superato situazioni davvero serie e drammatiche riesce a trovare sempre parole efficaci davanti alla mancanza di senso di certi avvenimenti. E il constatare quanto mi sentissi persa, mentre mi chiedevo come mai il suo tempo fosse finito e il mio no, mi ha fatto stare anche peggio. Man mano che la giornata proseguiva, grigia e piovosa come solo questo anomalo inizio d’estate sa essere, e io cercavo di sopravvivere a una routine fatta di ritmi concitati, abitudini meccaniche e stanchezza, ho sentito un’esigenza letteralmente ribollirmi dentro: la necessità di ribadire a me stessa il significato delle cose. Credo ci sia solo una soluzione, quando non sembri possibile trovare un senso in quello che si vive: bisogna crearlo. Personalmente, non riesco a concepire di essere ancora qui a respirare, sperare e lottare senza essere in grado di ricordarmi per quali obiettivi più alti valga la pena farlo.
Questa volta, lo ammetto, è stato uno sforzo immane cercare di essere positiva nonostante la nuvola di nebbia in cui ero scivolata. Ci sono voluti dei giorni, in effetti, prima che quel malessere generale si attenuasse. Di una cosa, però, sono fiera: nonostante la tentazione, non ho cercato di soffocare quei sentimenti con più internet, o più televisione, o magari con più cibo. Per una volta mi son seduta accanto al malumore, alla sfiducia, alla frustrazione e li ho osservati. Per una volta, ho avuto la volontà di non avere fretta, di non girare la faccia davanti ai mille vuoti e alle mille contraddizioni sparsi ovunque. Proprio così è arrivata la svolta. All'ombra di quel po’ di pace generato dalla calma, che in realtà era tristezza lucida, il colore dei pensieri ha iniziato a cambiare. Ho messo mano a una lista e questa si è presto esaurita, perché mi è sembrato evidente che non sia tanto cosa decida di fare nel dettaglio a contare, quanto il fatto che io riesca a influenzare positivamente il mondo che ho intorno. A volte, come dopo un lutto scioccante, non si possono avere troppe pretese. La fede negli eventi vacilla, è inevitabile. Ma la visione d'insieme deve tornare, va voluta, pretesa, persino inventata. Ho capito nei miei giorni bui di non essere semplicemente una persona positiva. Anche la persona più positiva può, a volte, avere dei momenti di sconforto. No. Io sono innamorata della Vita. Il senso è nell'esserci ancora, nel nutrire buoni sentimenti, nella volontà di aiutarci e incoraggiarci a vicenda, fosse anche l'unico senso che ci sembra di trovare.