Find your own rythm
- di Redazione
- 14 Giugno 2019
- La collana di perle di Giulia
Ritorna il prezioso appuntamento del venerdì con la rubrica "La collana di perle di Giulia" curata dall'amica Giulia Muntoni
In questi giorni, ho iniziato ad abbracciare una visione della felicità come un qualcosa che va apprezzata fermandosi, anziché buttandosi nel mezzo di un entusiastico caos.
Di sicuro quest’immagine sorprende me per prima. Se non da sempre, almeno a partire dai mesi della chemio, la mia reazione alla Vita si è trasformata, diventando dinamica quanto mai prima. Quando le medicine velenose hanno iniziato a debilitare la mente oltre che il corpo, infatti, e per la prima volta in vita mia ho dovuto fare i conti con gli attacchi di panico, l’unico rimedio che ho trovato è stato quello di uscire, stare fuori, in mezzo alla gente, trovare sempre cose nuove da fare. Non volevo fermarmi, o meglio, ho iniziato ad avere timore di fermarmi.
Non è mai un buon segno, quando si abbraccia una condizione spinti dalla paura. Infatti, quel ritmo, possibile per i primi due anni successivi alla fine delle cure solo grazie all’adrenalina, ad un certo punto si è infranto su un muro di stanchezza e di effetti collaterali della terapia ormonale.
Il resto non è un mistero. Alti e bassi, come tutti, spesso molto più degli altri, di quelli "sani". Ma in qualunque situazione, tanta gratitudine e voglia di star bene.
Oggi la mia felicità è nell’assenza di tentativi. Non cerco di andare né veloce né mi sforzo di rallentare, ma provo ad assecondare il ritmo naturale delle cose. Non sempre ci riesco, ovviamente. Mi accorgo di essere ancora facile preda della frenesia di chi non vuole "perdere tempo", ma ci sono cose, quelle più importanti come l’amore e la serenità, che arrivano solo se non cercate. Ho capito che forzare troppo la mano per ottenerle mi porterebbe a "perdere vita" più che tempo. Eppure, pur capendolo, molto spesso comunque commetto gli stessi errori, ancora e ancora. Però insisto.
Perché sono convinta che ritrovare un proprio ritmo sia LA sfida del nostro secolo. Ed io, al pari di chiunque altro, ho un bisogno estremo di recuperare il benessere che viene dal sapersi ascoltare.