

Disequilibrium
- di Redazione
- 12 Ottobre 2018
- La collana di perle di Giulia
Ritorna il consueto appuntamento del venerdì con la rubrica curata dalla nostra amica Giulia Muntoni
A volte, come nell’ultimo periodo, mi sembra che il tumore mi abbia trasformata in un mazzo di Shangai, quei bastoncini con cui giocavamo da bambini. Più provo a ristabilire l’equilibrio da una parte, più creo smottamenti dall’altra. Sembra assolutamente impossibile rimuovere le singole parti con destrezza e precisione.
Per fortuna, però, la vita non è un mazzo di bastoncini da spostare con cautela. Non si vince con la tattica né si perde d’impulso. Per essere ancora più precisi, non si vince e non si perde, punto. Purchè si rimanga fedeli a se stessi. Se non avessi fatto mia questa verità continuerei a inseguire un’utopia di consenso e perfezione che, semplicemente, non è fattibile, né produttiva. Anzi.
La verità è che la vita è movimento e noi siamo fatti di contraddizioni. Mio è il mare di lacrime in cui, certi giorni, mi sembra di affogare. E sempre mie sono le ali di fuoco che trovano sempre il modo di far spiccare il volo al mio spirito coraggioso.
Ci sono giorni in cui pianifico grandi imprese col solo scopo di condividere la mia gioia di vivere e trasmettere amore il più possibile, e altri in cui mi sento incapace di comunicare, stanca. E grigia.
Ma anche grigio va bene, anche grigio è un colore. Cosa sarei senza le mie ombre e le mie ferite vive? Di sicuro non sarei io, e non saprei empatizzare allo stesso modo con chi ho intorno.
Non mi interessa un’esistenza rarefatta purché sia io a guidare le mie scelte. La libertà di cadere, rialzarmi, cadere di nuovo, risollevarmi ancora. È questo che mi fa alzare la mattina e non perdere mai del tutto la speranza. Qualunque sia il prezzo da pagare, non rinuncerò mai alla mia libertà