L’amica Giulia Muntoni ci regala una splendida perla che non può che essere malinconica, ma comunque ricca di amore 

Ogni anno vorrei strappare via il 13 maggio da tutti i calendari del mondo. È un giorno che non sopporto, il giorno che ti ha spento. 
Poi mi viene in mente questo passo: "Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa."
La tua luce non si è mai spenta: semplicemente, come un tedoforo, porto io nel mondo la fiaccola al posto tuo.
Ci sono volte, però, neanche poche, in cui non mi sembra di renderti giustizia: sono i momenti in cui la fiducia in me stessa cala e io divento preda di semplicistici confronti con la vita degli altri: errore madornale. 
Ma non temere: so molto bene cosa sia la vera forza, e so che gioisce della propria individualità, così come non ha bisogno di sferrare pugni né di urlare. 
Del resto, ho avuto quasi 31 anni di un esempio illustre, papà: la persona più educata, onesta, dolce e diplomatica che abbia mai conosciuto. Davvero un uomo nobile.
Ogni maggio provo la stessa fitta. Poi mi ricordo. Di chi eri davvero. Hai presente quella conversazione che abbiamo avuto, su come la vita sia puro movimento? Ho i tuoi occhi stampati in mente e lo so: l'Amore non fallisce mai. Mai