Carpe diem

  • di Redazione
  • 17 Aprile 2020
  • La collana di perle di Giulia

In questo venerdì di aprile la nostra Giulia Muntoni ci regala un’altra profonda perla

Chi ci perdonerà per l’amore che non avremo dato, quando avremmo potuto? Per la tenerezza inespressa, i sorrisi raddrizzati troppo velocemente, per i complimenti taciuti? Non è vero che la quarantena ha congelato ogni cosa della nostra quotidianità, o almeno non è così per tutto. I pensieri, ad esempio, sembrano avere vita propria e si agitano come fratelli in disaccordo dentro una casa in conflitto. Spesso è quasi impossibile fermarsi prima di cedere ad una provocazione gratuita, evitare di usare parole pesanti, come pietre lanciate con esasperazione dentro uno stagno stranamente immobile, che è la nostra realtà attuale. Ma la vita è determinata dalle opportunità. Anche da quelle che non cogliamo. Non facciamo l’errore di perderla, questa opportunità. Di lasciarci vivere dalla stanchezza e dall’esasperazione di queste settimane anzichè provare a salvaguardare la grazia. Seppure appesantiti nel corpo e nello spirito. Anche quando la pazienza è poca e la frustrazione infinita sembra giustificare i nostri moti di rabbia. Coltiviamo la gentilezza, invece. Cerchiamo di scegliere i nostri pensieri, prima, e le parole, poi, con la stessa cura con la quale sceglieremmo un abito elegante per un giorno di festa. Anzi, ancora con più attenzione. Invece di abbruttirci, infilandoci in futili diatribe e ripararci dietro parole diffidenti. L’amore non fallisce mai. Che questa parte della nostra vita si chiami: "a braccia aperte". A quello che verrà e a quello che non verrà. All'amore incondizionato che torneremo a provare per ogni atomo di questa terra, una volta liberi, e a quello che spero proveremo gli uni per gli altri, quando avremo rispolverato la versione migliore di noi stessi.C'è stato un tempo per l'azione. Adesso è il tempo del raccoglimento. Del saper dosare movimento e attesa. Aspetto l’attimo in cui ripartiremo, in cui potrò andare dritta verso quello che voglio, sapendo il "cosa" pur ignorando il "come". Dovremmo chiederci se ci piacerà quello che raccoglieremo, in base a quello che avremo seminato in questi mesi.Prima di quanto pensiamo, sarà di nuovo il tempo della comunione. Tempo di guardarle, queste braccia aperte, e di ricordarci quanto somiglino a un paio d'ali.