Oltre la paura
- di Redazione
- 20 Gennaio 2020
- I Mille Colori di Fausta
In questo lunedì di gennaio l’amica Fausta Giorgia Mascia ci regala un’ altra preziosa riflessione
Confesso che queste mie malattie, se ragionate a freddo, mi terrorizzano: sono entrambe brutte ed entrambe da curare. Insomma ci sono ancora dentro! Quando ti spaventano cose reali, puoi "razionalizzare", ma la paura, essendo anch’essa reale, non ti lascia: è sempre lì, acquattata e pronta ad emergere. Una gamba si fa fiacca e tu temi che si paralizzi (è già accaduto), le braccia cedono e temi si fermino ancora, poi c'è Mr. K con tutte le sue incognite: ora sono in chemio, finita la quale farò la PET e … Vedremo. A pensarci c'è da arrabbiarsi, impazzire o lasciarsi andare. Non posso abbandonarmi a questi tre verbi ostativi perché ho fede e amore. La fede mi appartiene da sempre e non è bigottismo è amore: amare il fiore che si schiude, l'uccellino che si posa sul piattino a beccare le briciole, amare il bambino che ti sorride, amare la natura, gli altri (sani o malati) che incontri e nei quali vedi la fragilità dell'essere, fatto per finire ma concepito per essere infinito. E allora non posso buttarmi giù. Non è facile credetemi! Accade però che quando sono in fase depressiva arriva un post che mi ricarica. Giunge sempre come se, colui che lo manda, percepisse il mio male di vivere. È capitato per caso che fossi depressa quando arrivò il primo post di dottor Macciò. Attirò subito la mia attenzione per il suo contenuto che cominciai a spiegarmi come facevo quando insegnavo e dovevo illustrare il messaggio del dipinto o del disegno durante la lezione.
L’immagine postata da dottor Macciò su FB fotografava ciottoli sovrapposti, statue del Budda, fiori freschi e bellissimi spazi erbosi. Via via che analizzavo l’immagine capivo che non erano dipinti futili, ma immagini che contenevano messaggi per l'anima. I ciottoli, l'uno sull'altro, mi davano il senso del difficile equilibrio delle cose, il Budda con gli occhi socchiusi mi trasmetteva rilassamento e distacco, i paesaggi e le lune sul cielo scuro, l'andare oltre il tempo, l’ infinito, il dolore, l’ambire dell'uomo di superare la disperazione. Dopo quel post ve ne furono degli altri che mi introducevano in atmosfere d'infinito, alcuni dei quali con suoni di acqua che, nel suo scorrere, mi conducevano alla serenità. Ecco, così, piano piano, uscivo dal tempo limitato e finito del quotidiano per entrare in un mondo parallelo, il regno dell’infinito, dove non esisteva più la distinzione tra fiore, profumo, ciotola, albero in quanto erano tutte energie nelle quali io entravo e uscivo come una sorte di luce, oltre il tempo, oltre il male, oltre il dolore: il mondo dell'Uno. Ora non potrei fare a meno di questi post: la loro interpretazione mi riempie di pace, vado oltre le cose finite, incontro a quelle infinite nelle quali so che rimarrò, non potrò morire ma solo trasformarmi. Questi post, ai quali devo spesso l'accettazione della routine, li trovò puntualmente sull’home del mio cellulare: credo che sia un fenomeno sincronico, come diceva Jung. Li leggiamo in tantissime: per me sono messaggi di tempo e spazio nel quale fluttuo viva e immortale. Ringrazio il mio ginecologo, il prof. Antonio Macciò: egli "mandando" questi post alle pazienti, agli amici, elargisce la sua grande pace e forza interiore donandoci un pezzetto della sua interiorità e richiamandoci alla fede e alla speranza. È anche questo un mondo per avere cura delle proprie pazienti, dopo le dimissioni, quando sono a casa ma ancora dubbiose e impaurite. Lui sa che leggiamo fra le righe delle sue foto-messaggi perché conosce ciascuna di noi. Grazie prof. Macciò perché con l'analisi dei tuoi post, le musiche, i colori, io divento forte vado oltre il tempo, nello spazio infinito che ricarica la mia modesta quotidianità. Sono oltre il dolore, oltre la paura, oltre la malattia e posso programmare, non la vita finita, ma quella infinita dell'io conscio di una continuità che esiste per tutti oltre la paura …