Un nuovo ricovero

Un nuovo ricovero

  • di Redazione
  • 24 Settembre 2021
  • Di sole, di ombre, di Mari

Un nuovo pit-stop per la nostra Marisa Guidetti che non si perde d'animo e ricorda i colori dei girasoli

Ebbene eccomi qui! Nel giro di due settimane sono reduce da un secondo ricovero. Sembra ci stia prendendo gusto, ma non è proprio così. L’altra volta mi avevano raccomandato di stare attenta, se avessi sentito l’addome molto gonfio e avessi avuto fastidi, mi dovevo recare subito in ospedale. Io non sentivo particolari sintomi e sono andata al controllo ordinario, dove mi hanno detto che sarebbero stati da drenare giusto pochi litri di liquido ascitico, quindi potevo aspettare. Poi però, i medici hanno optato per drenarli ugualmente. Speravo in un intervento ambulatoriale, invece sono stata ricoverata e drenata la sera stessa. 2,5 lt di liquido, esattamente quanto preventivato dai medici, ma, a differenza dell’altra volta, non mi sono sentita affatto meglio, ero sempre letargica e poco reattiva. Dopo qualche giorno è venuta a visitarmi la mia oncologa e mi ha detto che mi vedeva ancora l’addome gonfio. Si è optato per un secondo drenaggio e, a quel punto, di litri ne sono usciti più di tre. Insomma, alla fine anche questa volta dal mio addome sono stati estratti circa 5 litri di liquido e speriamo che per un po’ basti.

Purtroppo, in ospedale, anche chi è autosufficiente si può trovare spaesato e con questo secondo drenaggio è successo a me. Evidentemente non ho retto psicologicamente e due notti dopo ho avuto difficoltà respiratorie unicamente dovute all’agitazione, perché i parametri vitali andavano bene, ma ho avuto bisogno di essere sedata. Il giorno dopo comunque, a parte l’ovvia letargia, mi sono sentita meglio e notevolmente ha influito la visita di Dottor Savasta, uno degli angeli che ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscere in ospedale, che rasserena con poche parole e con un sorriso dà la forza di andare avanti. Con lui, già dall’altro ricovero, ho potuto concedermi un pianto liberatorio, una stretta di mano alla faccia del Covid, un aiuto per mio marito che, non potendo vedermi, ma sentendomi in quelle condizioni, era preoccupatissimo. È importante precisare che i medici parlano sempre con i parenti dei ricoverati, mio marito mi confermava che non si sono mai negati tutte le volte che ha chiamato e so bene cosa voglia dire gestire mio marito soprattutto se è preoccupato.

Mi ricordo le parole di Dottor Savasta il giorno prima che mi dimettessero "Sono appena riuscito a rasserenare suo marito. Lo chiami ma prima, per favore, smetta di piangere". L’ho chiamato ma non ricordo se piangevo a meno. Per quanto riguarda la situazione in ospedale, devo dire di aver trovato qualche piccolo miglioramento. Sono rimasta in una sola stanza per 5 giorni ed ho subito constatato che lo sciacquone funzionava bene. Inoltre ho visto io stessa dei manutentori in una camera vicina; per quanto riguarda il cibo, memore dell’altra volta, ho optato principalmente per carne e patate lesse e, a parte che per almeno un mese non voglio vedere patate lesse, questa volta erano ben cotte. Due volte poi ho provato a prendere la pasta al sugo e devo dire che, definirla buona è un parolone, ma niente a che vedere con l’insapore e scotto ammasso di glutine della volta precedente. La mia compagna di stanza aveva una dieta priva di scorie e il semolino proprio non riusciva a mandarlo giù, anche se le davo l’olio e il sale che mi ero fatta portare. Io non l’ho assaggiato ma ho visto che era assolutamente la stessa acqua della volta precedente.

Sfortunatamente, rimane il problema serio per chi avrebbe bisogno di assistenza. Come ho scritto prima, in ospedale, chiunque può avere dei momenti di difficoltà, trovarsi spaesato e aver bisogno di aiuto, anche semplicemente per ordinare la biancheria e i beni di necessità negli armadietti. Alcuni anziani avrebbero semplicemente bisogno di biancheria in più ma, viste le difficoltà, non vogliono disturbare i familiari. Questa purtroppo è una delle conseguenze del Covid, ben più grave delle ore di attesa prima dei ricoveri per verificare la positività di un tampone.

In conclusione, come preventivato dai medici, mi hanno dimessa dopo 5 giorni. Continuo le terapie a casa con l’assistenza domiciliare e piano piano sento qualche forza in più e... gli occhi tendenti al giallo. Un giallo che uno dei miei colori preferiti e mi ricorda il sole, il calore, i girasoli, ma purtroppo ha poco a che vedere con la splendida gita per ammirare i girasoli del giardino di Lu. Finora sono riuscita a concedermi solo due passeggiatine in qualche market, ma procedo per gradi. Spero che il prossimo ricovero sia il più tardi possibile. Perché gli occhi gialli mi fanno ricordare anche la bellissima mutante Mystica degli X Men, ma non è necessario avere i superpoteri per prevedere che ci sarà.