Per fortuna che c’è il picc

Per fortuna che c’è il picc

  • di Redazione
  • 1 Gennaio 2021
  • Di sole, di ombre, di Mari

Torna l'appuntamento bisettimanale con la rubrica dell'amica Marisa Guidetti che ci parla delle sue avventure legate al picc

Il giovedì è il giorno del tagliando. Come ogni fuoriserie che si rispetti, ogni settima ho bisogno di manutenzione. Si, va bene! Più che una fuoriserie sono un’ambulanza, ma anche così mi do un po’ di carica. Comunque, ogni giovedì mi reco in ospedale e mi viene fatta la manutenzione del catetere venoso. Lavaggio e medicazione del picc. Mi è stato impiantato a fine novembre del 2019. Le parole della mia oncologa furono all’incirca queste: "La chemio che farà, è molto dannosa per le vene. La prenoterò per l’innesto del picc ma sarà provvisorio, tempo qualche mese e lo sostituiremo con il port."

Non avevo idea di cosa significassero picc e port e quindi decisi di… non chiedere nulla, non informarmi e tanto meno cercare qualcosa su internet in merito a picc o quant’altro. Spesso preferisco non sapere cosa succederà ma affrontarlo direttamente, lasciandomi guidare dagli esperti che mi circonderanno. Mi trovai quindi con questo aggeggio che mi usciva dal corpo e la prima cosa che chiesi fu: "E adesso come ca… faccio a farmi la doccia?"

Il giorno dopo mi insaccai il braccio con la pellicola trasparente e mandai la foto ai miei amici commentando "Ecco il mio braccio incotechinato. Dovrò fare la scorta di domopak se voglio lavarmi." Il port, almeno fin’ora, non me lo hanno potuto montare perché sono troppo magra. Quindi, da allora, il mio picc è con me. È cambiato nel tempo, soprattutto ha cambiato un paio di volte il braccio. All’inizio mi è stato montato a destra ma si è bloccato. Gli angeli di oncologia si sono impegnate al massimo per risolvere il problema e ci sono riuscite. Poi si è infettato, quindi a marzo me lo hanno sfilato e me ne hanno impiantato un altro a sinistra.

A sinistra non era contento e si è lamentato decidendo che avevo bisogno di un salasso. Mi sono svegliata la mattina sentendo umido nel fianco e l’umido era il sangue che usciva dall’innesto del picc. Risolto con l’ennesimo provvidenziale intervento dei soliti angeli. Poi comunque ha lavorato sodo bloccandosi solo un paio di volte ed è durato fino alla fine di novembre. Un record per un picc. Il 2 dicembre 2020, due angeli specializzati me lo hanno montato di nuovo a destra. Gli angeli di oncologia se ne prendono cura, io devo solo starci attenta e... avere il giusto look. Ho tagliato le maniche ad un vestito e ad una maglia e devo recuperare dei maglioncini a maniche corte che usavo anni fa.

Comunque, la doccia l’ho risolta rapidamente con un copripicc di gomma ed uno di neoprene trovati online. Perfetti per la doccia ma purtroppo non per il mare. Il bagno questa estate l’ho fatto sempre col braccio fuori. Uno strazio col mare di Sardegna. Poi ho cominciato una piccola collezione di copripicc disegnati e colorati che ho sfruttato tutta l’estate e continuerò a farlo. E le mie vene ad ogni chemio ringraziano. Per fortuna che c’è il picc.