Ho di nuovo le ginocchia!
- di Redazione
- 27 Agosto 2021
- Di sole, di ombre, di Mari
Torna l'appuntamento con la rubrica curata dalla nostra cara Marisa Guidetti che riassapora i profumi e le bellezze della sua Cagliari
"Finalmente ti vediamo Mari. Ci hai fatto prendere un bello spavento."
Me lo hanno detto degli amici quando siamo riusciti ad andare a trovarli. Da lontano, a causa delle rigide regole del covid, mi mostravano i cuori con le mani ma con la mia amica alla fine ci siamo abbracciate lo stesso, vaccinate e tamponate tutte e due, abbiamo optato per abbassare le barriere. Sono i primi amici che ho chiamato quando, a fine luglio, mi hanno ricoverata. Gli avevo chiesto se potevano stare vicini a mio marito. "Mi sono sono spaventata anche io", ho commentato.
Adesso sono a casa da venti giorni. Ho continuato le terapie che avevo cominciato in ospedale, ovviamente sostituendo le numerose flebo di gastroprotettori e cortisonici con più pratiche pastiglie e devo dire che, anche se il marcatore galoppa verso l’alto, le analisi del fegato vanno bene. Non sono in forma ma mi sono decisamente ripresa. Ho perso molti liquidi, tanto che le gambe hanno di nuovo l’aspetto di gambe. Qualche giorno fa ho anche mandato alle mie amiche una foto delle mie ginocchia: "Non me le vedevo da mesi! Ho di nuovo le ginocchia!!!". Per le caviglie credo di aver perso le speranze, ma almeno le ginocchia, al momento sono tornate.Sono riuscita, piano piano, ad aumentare le dosi del cibo. Dopo la dimissione ho cercato di fare la brava prediligendo alimenti leggeri e la voglia di una semplice fettina in padella con pomodori o puré si riaffaccia di tanto in tanto. Praticamente il cibo dell’ospedale, ma rifatto decentemente: una fettina sottile e succosa, con solo il nervo necessario per darle il giusto sapore; il contorno di patate ben cotte o di pomodorini freschi che sappiano di pomodori. Ma già da un po’ la voglia di cinese si è fatta sentire e non mi sono trattenuta. Mi scordo le quantità che riuscivo ad ingurgitare prima, ma il gusto me lo rifaccio.
Ho la fortuna di avere un marito a cui piace cucinare e sa farlo molto bene. Se ho qualche desiderio fa di tutto per soddisfarlo e se non può personalmente ci sono i nostri ristoranti e fornitori di fiducia: il cinese; il kebab; il macellaio, che anche se non cucina d’estate certi alimenti, quando mio marito gli dice che li sto desiderando, per me li fa; il pescivendolo che ci regala due trigliette di scoglio "Sono per Marisa. Non per te!"; la pasticceria con le migliori paste per la colazione e le pizzette. Col cioccolato invece, devo darmi una calmata. Se mi do retta, mi faccio male a prescindere dalle mie condizioni.
Non posso fare grandi cose, ma sono riuscita ad andare dall’estetista e dal parrucchiere. Qualche volta riesco a fare delle piccole passeggiate. Sono poche le volte che ho la voglia o la forza di uscire e quando lo faccio, il cammino deve essere intervallato da molte pause, perché malgrado gli antidolorifici, la schiena non regge. Pochi giorni fa siamo riusciti a fare un giro in centro ed ho potuto rifarmi gli occhi nelle gioiellerie artigianali. Tanti splendidi gioielli sardi e, tra l’oggettistica tipicamente turistica, alcuni oggetti veramente belli che ricordano le nostre tradizioni. Mi hanno commossa i cestini col coperchio perché mia nonna ne aveva tanti a casa sua e non li vedevo da un po’. Ovviamente non potevo trattenermi dal far girare l’economia, qualcosina da comprare l’ho trovata: un anellino in caucciù con turchesi, rigorosamente regolabile, perché se i piedi sono gonfi, così non si può dire delle dita delle mani che sono sempre più sottili. E ovviamente, prosegue la ricerca del miglior gelato al pistacchio di Cagliari e dintorni: ho scoperto quello di via Napoli e devo dire non male, decisamente non male.
Mi sono anche rifatta l’olfatto con i profumi dei cibi. L’andata in ristorante la vedo dura sia per le quantità di cibo che per le energie. Ma niente è detto. Poi c’è stata la bellissima sorpresa da parte delle amiche di "Mai più sole", che mi hanno regalato uno dei cappellini realizzati all’uncinetto durante il laboratorio di "Mai più sole con l’arte."
"Volevamo portartelo in ospedale, ma per fortuna ti hanno dimessa prima." Difficile riuscire a portarlo in ospedale in questo periodo, però non dubito che ci sarebbero riuscite. Quanto mi fate stare stare bene e quanto vi voglio bene. E si va avanti. Vediamo cosa succederà dopo i prossimi controlli.