Salviamo il 7° piano
- di Redazione
- 19 Luglio 2021
- Ascoltare, meditare e amare
L'amica Donatella Uda ci racconta le sue impressioni dopo aver partecipato all'incontro con il Commissario dell'Arnas Brotzu, il Dottor Paolo Cannas, insieme a una rappresentanza di pazienti, familiari e associazioni che hanno illustrato le criticità attuali dell'Ospedale Businco
"Nella vita puoi ottenere tutto quello che vuoi se aiuti le altre persone ad ottenere quello che vogliono" (cit. Zig Ziglar).
Il 16 luglio 2021 ci siamo incontrate nella sala riunioni dell'Oncologico per l'appuntamento con il Commissario Straordinario Dottor Cannas dell'azienda ospedaliera Brotzu - Businco per difendere il reparto di ginecologia oncologica. Insieme a noi, il grande Professor Macciò, che nell'esercizio della propria professione, mostra e ha sempre mostrato serietà, efficienza, professionalità con rilevantissime competenze, da grande esperto nel campo della medicina. Con i suoi metodi scientifici e i suoi risultati, con l'aiuto dei suoi colaboratori effettua ricerche scientifiche destinate all'incremento della conoscenza. Uomo di grande empatia, sensibilità e infinito spirito umano verso ogni paziente, dalla più piccola in età alla più grande e per più grande è inteso oltre i novant'anni, per salvaguardare la qualità delle cure e le specificità professionali.
Il 7° piano è un'eccellenza dove ci siamo sempre sentite in una grande famiglia e va riconosciuto con i risultati ottenuti sin'ora. Ci sono state fatte delle promesse e attenderemo una settimana per verificare se tutto ciò che noi pazienti richiediamo verrà mantenuto: potenziamento del personale, riapertura sala chemio, supporto psicologico e alimentare.
In questa nostra battaglia abbiamo contato e continuiamo a contare sul prezioso contributo di Maria Grazia Caligaris, che ha dimostrato di saper gestire con fermezza e tempestività una situazione complessa. Anch'essa deve la vita come tante di noi a chi della sua professione ha fatto una "missione" poiché rende dignitosa la vita delle sue pazienti con cure mirate e con grandi valori umani. La nostra battaglia è anche per coloro che non sono più con noi e chi era presente ha provato intensa emozione suscitata negli animi dall'esperienza personale di mamma Cristina nel ricordare la sua amata Virginia. Nelle sue parole c'è tanto dolore nel ricordare quando la sua giovanissima figlia venne rifiutata sia all'IEO che all'Istituto dei Tumori; tornata nell'amata Sardegna ha trovato la speranza anche per "quello che è stato", qui ha trovato una risposta, è stata accolta e curata per quello che è stato possibile e ciò che è stato trovato al 7° piano non è stato trovato da nessun'altra parte.
La richiesta è per tutte le donne che hanno diritto ad essere curate, ad avere medici, infermieri, ostetriche, servizi e facendo in modo di preservare e tutelare ognuna, perché per vivere sulla propria pelle problematiche logistiche e personali quando si affronta una malattia chiamata "CANCRO", bisognerebbe considerare che non siamo più le stesse persone e chi resta ad affrontare ha diritto di avere tutti i supporti soprattutto un medico che si pone davanti al paziente con parole di conforto ...e' un DIRITTO decidere di avere QUEL medico quelle cure...che alcune volte possono essere anche palliative ma che ci devono essere.
Significativa è stata anche la testimonianza di Giuseppe come familiare (marito) coinvolto nell'apprendere l'infelice e delicata diagnosi comunicata alla giovane moglie Elisa.
Operata per un fibroma in uno degli ospedali più importanti della città, subito dopo il risultato dell'esame istologico, fondamentale per eventuali diagnosi di cancro, quest'ultimo ha rivelato che vi era un "Sarcoma", si tratta di neoplasie che fondamentalmente si sviluppano nei muscoli, nel tessuto sottocutaneo o in quello osseo e come spesso accade in queste circostanze si sono sentiti crollare il mondo addosso soprattutto perché a suo dire, dopo essere stata contattata telefonicamente, quando si è presentata in ospedale è stata informata davanti alla porta d'ingresso dell'ambulatorio senza neanche sedersi. E tutto ciò è paradossale, una mancanza di buon senso inaccettabile soprattutto sul piano etico morale, che possano accadere in tali circostanze cosi dolorose situazioni cosi indelicate in modo particolare per chi è improvvisamente scaraventato in tutto ciò che ne concerne e impaurisce.
Questa neoformazione patologica che ci si ritrova dentro è chiamato comunemente"tumore", e l'aver comunicato la diagnosi in questo modo è una grave mancanza di sensibilità e non solo...le è stato detto che l'ospedale non avrebbe potuto supportarla e le veniva cosi consigliato di andare a Milano o a Roma o scegliere comunque lei dove recarsi. Hanno invece trovato proprio a due passi da casa chi, che con le giuste attenzioni di cui aveva bisogno ha iniziato una chemio mirata...sempre lui: Dottor Macciò.Elisa è stata sotoposta ad un intervento chirurgico da parte del Dottor Macciò per porre rimedio all'intervento incompleto avvenuto precedentemente, con asportazione anche delle ovaie, ma subito dopo a causa del depotenziamento del personale è stata dirottata in un altro presidio ospedaliero, al Policlinico, proprio perché al 7° piano non vengono più effettuate le infusioni. Così, tante altre donne e come ho sempre definito in modo affettuoso il nido in cui sempre ci si è sentite protette, coccolate, prese in carico con premura come se fossimo a casa....e questa nicchia per ora è chiusa e speriamo lo sia solo per pochissimi giorni visto che chi è in cura deve andare verso aree diverse, 5° piano o Monserrato, non trovando sempre quell'aria di famiglia e quelle attenzioni come il buongiorno del nostro oncologo, la piccola tv davanti alle poltrone verdi e arancioni, la toilette a pochissimi passi di distanza e quelle grandi finestre dell'ultimo piano dove sembra che il sole non faccia altro che riscaldarle in modo esemplare.
Concludo ricordando le parole di Carmen: "Voglio che mia figlia e tante altre donne possano contare almeno su quello che ho avuto io. Il nostro impegno non è solo per l'oggi, ma anche per il domani". Parole incisive che esprimono energicamente concetti e sentimenti e il fatto che, in base al test brca1 e brca2 un giorno, il più lontano possibile, la figlia possa contare su ciò che ha avuto la sua mamma. Questa è la nostra speranza, che possa ripartire con il pregio, l'unicita', il gradimento e la perfezione.
"Grande Uomo è colui che non perde il suo cuore di bambino".(cit.Mencio).