Il dolcissimo pulcino

Il dolcissimo pulcino

  • di Redazione
  • 12 Aprile 2021
  • Ascoltare, meditare e amare

L’amica Donatella Uda ci regala un altro splendido racconto dedicato ad una persona a lei tanto cara, Beatrice.

"La vita ci mette davanti alle sue prove.
Ogni tanto dobbiamo salire sulla nave del coraggio e trovare
la forza di cavalcare le onde di ogni tempesta".


Giorno di chemio al settimo piano, per me ormai il giovedì quella comoda poltrona arancione era diventata consuetudine, la mia compagna di viaggio, chiamiamolo così quel peregrinare settimanale nel dover fare la terapia medica in cui tutte noi sappiamo bene che ci vengono somministrati i farmaci che da bravi si impegnano a distruggere le nostre cellule tumorali. Quando entro in stanza vedo seduta davanti a me nella poltrona verde una bellissima ragazza, con dei lunghi capelli neri, occhi grandi, scuri e intensi come quelli di un meraviglioso cerbiatto, ciglia lunghe e ricurve, un visino delicato e pallido con dei lineamenti fini, un corpicino esile e penso tra me e me che non può aver più di venticinque, trent'anni e ciò mi dispiace terribilmente; la cara Gloria fa le presentazioni con quel sorriso che è sempre presente sul suo candido volto, la giovane si chiama Beatrice e con voce flebile mi dice: "Ho paura". Anche in questo momento se socchiudo le palpebre ho ancora quel ricordo nitido e indelebile davanti a me di quel faccino così spaventato. Avete presente un pulcino fradicio di pioggia che ha perso mamma Chioccia e ha lo sguardo impaurito?
Io la vedevo così… In quel momento mi sono sentita come se le mie braccia si fossero trasformate in ali, anche se ci separava la distanza tra una poltrona e l'altra avrei voluta stringerla forte, tenerla stretta come con un grande manto protezione e ho cercato in tutti modi quelle parole che in certi casi non sono sempre così facili da trovare e in modo dolce ho provato a tranquillizzarla, a rassicurarla. Le dissi: "Non preoccuparti tesoro, capisco benissimo come possa sentirti, la prima chemio spaventa sempre tutti, anche io lo ero, ma andrà tutto bene, vedrai, chiudi gli occhi e rilassati, se vuoi possiamo parlare, ma se non te la senti io sono qui accanto a te proprio come se ci fosse la tua mamma, so che lei è fuori e posso ben comprendere come anch'essa viva questo momento. Da allora ho iniziato a chiamarla la "mia bambina". Ogni giovedì arrivava il nostro appuntamento per conoscerci meglio e parlare di tutto o quasi: Bea ha quarant'anni ma non li dimostra affatto perché sembra una ragazzina ma per quanto riguarda le sue esperienze di vita potrei dire che é tosta ed è sempre riuscita a dare il meglio di sè stessa dimostrando grandi capacità e potenzialità e trova gratificazione in ogni obiettivo che si prefissa per questo caratterialmente la considero una vera e grande Donna;
nelle pause estive scolastiche lavorava sodo, arrivando persino a superare grandi ostacoli come il duro maschilismo nell'ambiente professionale legato alle sue mansioni diventando successivamente una grande maitre, occupandosi dell'aspetto estetico delle sale di importanti ristoranti, controllando il lavoro dei camerieri, dedicandosi all'accoglienza dei clienti, alla presentazione dei menù e dei vini. Beatrice si è laureata all'Accademia di Pittura, riesce a immortalate con meravigliose foto panorami, paesaggi e se stessa poiché è anche una valida fotografa, si pone sempre degli obiettivi anche quelli più duri e riesce a mettersi in gioco. Quando il Grande Dottor Macció prese in esame il suo caso le comunicò che prima di essere operata doveva fare chemio e radio abbinate per ridurre il tumore di circa 5 cm e mezzo e dal pap test risultava al terzo stadio. Lei,con quel suo adorabile corpicino da adolescente, sembrava sempre intimorita ma a mio dire inconsapevolmente o inconsciamente non percepiva la grande leonessa che aveva dentro in quel fortuito caso in cui la sua salute veniva minata. Lei proprio come la stessa leonessa che aveva affrontato una diretta con la trasmissione televisiva "Le iene" e proprio con quella grinta, con quel coraggio si era esposta prima di scoprire di avere il cancro per denunciare una truffa milionaria a suo danno e a danno di altre colleghe, documentandosi e studiando per mesi forse ancor meglio dei migliori avvocati per difendere la sua causa. Lo doveva a quel meraviglioso padre che le era venuto a mancare proprio quando si era ritrovata in quella spirale in cui era stata raggirata da un individuo a lei sconosciuto e di cui si fidava. Lui per conseguire illeciti profitti le aveva procurato danni economici, psicologici e morali… quasi sempre dietro a un cancro c’è un grande dolore.
Ma lei non si è mai arresa, la grande e meravigliosa Beatrice, terminata la chemio, prima dell'intervento, ancora dolorante per gli effetti delta radio, decide di fare il suo piccolo cammino di Santiago (così lo chiama lei) il sentiero di Cala Goloritzè e si era ripromessa di andarci con le sue sole gambe, senza nessun aiuto. Lo ha rifatto esattamente un mese da, dove con uno strepitoso autoscatto mostra la sua determinazione e tutta la sua bellezza, il suo volercela fare sempre, a tutti i costi, a superare ogni ostacolo, così come il post-intervento che è stato pesante. E anche lei, come tutte avrebbe voluto poter recuperare il tempo impiegato durante le terapie che spesso limitano in tutto o quasi tutto. Ma nell’ultimo anno, a causa della pandemia, svanisce tutto ciò che si era prefissata di fare, come uscire in tutta libertà, girovagare, visitare nuovi luoghi, lavorare (a suo dire non le sarebbero bastate tutte le ore di un intero giorno).  E con grande rammarico si ritrova in casa, rinchiusa, con i suoi mille pensieri e i suoi infiniti sogni tra le mura domestiche. Questa pandemia non le ha dato l'opportunità di ricominciare subito dopo aver ritrovato le forze di ricominciare da capo ma aspetta comunque pazientemente di riprendere in mano la sua vita assaporando ogni stagione.
La malattia cambia e ti fa crescere diversamente. Le sue parole sono: "E’ un tunnel che si supera ma che lascia un perenne ricordo come se fosse un' ombra che sempre t'insegue" Poi in questo cammino ci si ritrova anche la delusione causata anche da persone che ti deludono spesso senza pietà anche quelle che non ti aspetti, non tutti riescono a capire tutto e sono poche le anime che ritrovi empaticamente in un'esperienza così dura. Ma io ti dico, come in una celebre frase, cara bambina mia, "Finché avrai voce per urlare, gambe per rialzarti, vita da vivere, continua a lottare per tutto ciò in cui credi."