Ad allacciarsi le scarpe, a ripartire da zero, a ricordare che NIENTE e NESSUNO può rubarti il futuro…E’ IMPORTANTE!
- di Redazione
- 3 Maggio 2022
- Amor vincit omnia
L'amica Daniela Zedda racconta il suo incontro con Mai più sole e la decisione di intraprendere la stesura della rubrica
DISCLAIMER: A volte, prendere coscienza di un avvenimento traumatico è difficile, ma basta un evento imprevisto a cambiare le carte in tavola, e a regalarti una nuova prospettiva, che si trasforma presto in una nuova speranza, in una nuova OPPORTUNITA’!
Tra la diagnosi del mio tumore, nel giugno del 2020, e la chiara e definitiva PRESA DI COSCIENZA della gravità della malattia è passato più di un anno e mezzo. Questo non perché i medici non fossero stati chiari ed esaurienti, o gli accertamenti incompleti, ma perché per ognuno di noi ci vuole un tempo differente e imprecisato per passare ad uno stato di effettiva e concreta ACCETTAZIONE di ciò che è accaduto. E, per me è accaduto tutto a un tratto, e in una maniera molto particolare. Ai primi di febbraio di quest’anno andai alla presentazione di un libro di una nota chirurga milanese, la dottoressa Galimberti, "Preziose cicatrici", promossa dall’Associazione "Mai più sole contro il tumore". Amante della lettura da sempre, incuriosita, decisi di partecipare. Ero entusiasta. Si trattava della presentazione di un libro, ma anche di una tavola rotonda tra medici chirurghi e oncologi nostrani di grande spessore, come il dottor Farci, il dottor Dessena, e la dottoressa Farris, eppure QUEL GIORNO FU VERAMENTE DECISIVO PER ME, perché fu il giorno in cui compresi appieno a che punto si era spinto il mio tumore, qual era la mia reale condizione di salute, a cosa potevo ancora aspirare, e a cosa no.
Se non fossi andata a quella tavola rotonda, quella sera, chissà se avrei mai preso piena coscienza di ciò che era accaduto nella mia vita. C’erano tante donne attente, interessate, desiderose di conoscere il durante e il dopo della malattia tumorale, i traguardi raggiunti dalla medicina e dalla chirurgia. Le nuove frontiere futuristiche. Era tutto così emozionante, stimolante. Pareva tutto possibile, con le dovute eccezioni, ovviamente. Solo quel giorno, però, ascoltando gli strabilianti traguardi raggiunti dalla medicina in fatto di prevenzione, di chirurgia e cure mi resi conto del fatto che io NON SAREI GUARITA, o quantomeno non nel senso che viene attribuito tutt’oggi al termine GUARIGIONE, in ambito oncologico. In base alle evidenze scientifiche e ai miei referti clinici, una guarigione prettamente intesa, non faceva REALISTICAMENTE parte degli scenari possibili e prospettabili, e dopo un primo momento di naturale smarrimento, tristezza e un pianto liberatorio, compresi che era arrivato il momento di guardare avanti, nella direzione di ciò che realisticamente si poteva fare.
Quel giorno "Mai più sole contro il tumore", attraverso l’INFORMAZIONE, mi aveva aperto le porte della CONSAPEVOLEZZA. E, "Mai più sole contro il tumore" per me è stato anche questo. Il tumore c’era, rimaneva, ma era come "CONGELATO", bloccato, tenuto a bada. Cosa è riuscita a fare nel tempo, e cosa continua a fare oggi la medicina, quel giorno, è apparso ai miei occhi come qualcosa di strabiliante, stupefacente, e non potevo che provare una viva curiosità e un grande entusiasmo di fronte a tutti quei traguardi raggiunti e obiettivi prefissati, ma allo stesso tempo è lì che presi coscienza del fatto che tutto ciò di cui si parlava non aveva a che vedere con me. Per me quegli scenari impregnati di concrete speranze, di certezze scientifiche erano sbarrati. Per me era TROPPO TARDI. TROPPO TARDI PER LA DIAGNOSI PRECOCE, ma non ho mai creduto al troppo tardi. Il troppo tardi non esiste se abbiamo ancora la libertà di scegliere di modificare il nostro percorso, di provare a trovare una strada alternativa, e, il PUNTO DI PARTENZA di un nuovo percorso è sempre la PRESA DI COSCIENZA della situazione reale ed effettiva in cui ci troviamo.
Mi ritrovavo con un tumore metastatico, non operabile. La mia unica speranza rimanevano LE NUOVE FRONTIERE TERAPEUTICHE, da adattare ad un sano e corretto stile di vita. "Mai più sole contro il tumore", con le sue campagne di informazione, inizialmente è stato questo per me. IL PUNTO DI PARTENZA. Quando, poi, in un secondo momento mi è stato chiesto se potesse interessarmi tenere una rubrica, ho deciso di accettare con un intento ben preciso: non era mia intenzione insegnare niente a nessuno! Anzi, ho dovuto imparare tante cose, modificare le mie abitudini, lo stile di vita, ma ho deciso di accettare semplicemente per poter dimostrare che se una persona con UN TUMORE ALLO STATO AVANZATO COME IL MIO PUÒ ANCORA SPERARE, ALLORA PUÒ FARLO CHIUNQUE. Allora possono farlo sicuramente coloro che riescono a identificarlo attraverso una DIAGNOSI PRECOCE, e a curarlo tempestivamente. Questa è la mia vita: non è teoria, è pratica. E allora, sì, vale la pena di sottoporsi a trattamenti invasivi, faticosi, destabilizzanti per tanti aspetti, perché questi sono però solo preludio di un nuovo inizio, perché al di là degli stessi c’è LA VITA, che RI-INIZIA e si ripropone con il SUO SECONDO TEMPO. Perché per loro è prospettabile la GUARIGIONE.
Mi capita spesso, quando vado a fare la terapia, di incontrare donne che con un sorriso affaticato ma una luce speciale negli occhi, tirando un sospiro di sollievo, fanno il conto alla rovescia perché mancano loro 5, 4 sedute a completare il trattamento, e la loro vita, da quel momento in poi, potrà finalmente ricominciare. Il tumore è stato SCONFITTO. Sì, è vero che non ci sono certezze assolute, che si dovrà continuare a eseguire i controlli periodici, che per alcune ci saranno le terapie di mantenimento, ma nei loro occhi si legge l’emozione e il sollievo, dell’aver scalato l’intera montagna ed essere finalmente tornate a valle.Se a loro è concesso il SECONDO TEMPO DELLA VITA, allo stesso modo a me, in termini avveniristici e pioneristici, per usare una metafora calcistica, mi si prospettano I TEMPI SUPPLEMENTARI…e, magari, sarebbe bello poter aggiungere i RECUPERI e i CALCI DI RIGORE, giusto per poter rosicchiare ancora un pochino di tempo in più.
Questa rubrica nasce, quindi, con un unico obiettivo: quello di seminare speranza, come d’altronde quelle di tutte le altre donne che scrivono per "Mai più sole contro il tumore", e che condividendo la propria esperienza, provano a regalare un raggio di sole a chi si trova ad affrontare un’esperienza simile a quella che loro hanno già vissuto in precedenza.
In realtà l’idea di chiedermi di tenere questa rubrica è stata di un'altra Donna speciale che ha deciso di dedicare la sua vita agli altri: l’esplosiva zia Dolo, Dolores Corongiu, che non ha certo bisogno di presentazioni. La conoscono tutti, lei e le sue mani d’oro, che creano e danno vita a tanti piccoli capolavori, lei così estrosa e dirompente, forte e intraprendente. Grazie a quest’esperienza di lei ho conosciuto non solo la donna forte e energica che non si arrende mai, ma anche il suo lato fragile, la sua profonda delicatezza, sensibilità e attenzione per i più deboli, che spesso e volentieri mette al primo posto, anche prima delle sue esigenze e priorità. E poi c’è Vale, chi non conosce Vale Ligas?? Quando mi ha contattato, mandandomi un messaggio per chiedermi se mi interessava tenere questa rubrica, mi ha travolto come un treno in corsa con la sua energia e il suo carisma: diretta, ti colpisce subito con questa sua carica d’entusiasmo e meraviglia profusa, ti parla di sé quasi ti conoscesse da una vita intera, raccontandoti episodi del suo vissuto quotidiano come se tu ne facessi parte da tempo, ma il suo rendertene partecipe, il suo mostrarsi apertamente, senza filtri è sinonimo di una personalità schietta e sincera, della straordinaria energia di una persona aperta, semplice e pulita.
E poi c’è la Presidente, Albachiara. Lei ho avuto modo di osservarla ed ascoltarla solo agli eventi, ma mi ha molto colpito la sua discrezione, il suo essere molto defilata, elegante e, soprattutto mi ha colpito la sua storia, il motivo per cui nasce il suo grande impegno a favore dell’Associazione: dall’onorare, appunto, la memoria di un’amica che, nel combattere un tumore, non era riuscita a trovare validi punti di riferimento, vivendo questo difficile viaggio gravata di una solitudine che nessuno di noi dovrebbe mai provare. Colpisce profondamente il fatto che impieghi il suo tempo libero a creare eventi in nome dell’amica scomparsa, il suo profondo senso di solidarietà ed empatia rispetto a chi vive questa difficile esperienza, e il suo dare una mano d’aiuto concreta in nome di un valore spesso disatteso e dimenticato, qual è quello dell’amicizia. È IL MUTUO AIUTO, CHE DA SENZA NULLA PRETENDERE IN CAMBIO: SI', perché il mondo del volontariato spesso agisce così, nell’ombra senza grandi clamori, perché una Donna decide di aiutarne un'altra, o ancor meglio, perché una persona di cuore decide di andare in soccorso di un'altra che si trova in difficoltà, a prescindere dal genere o dall’appartenenza. Questo significa fare rete, includere, fare informazione, aiutare concretamente e talvolta, così come è accaduto a me, permettere ad alcuni di raggiungere la consapevolezza reale del problema, per poter orientare le proprie vele verso nuovi orizzonti.