

Vaccino HPV e prevenzione del Tumore al collo dell’utero
- di Redazione
- 17 Agosto 2022
- Italia ed estero
La vaccinazione per papillomavirus umano (HPV) sembra possa dimezzare il rischio che il tumore del collo dell’utero possa ripresentarsi dopo un intervento chirurgico. Lo dicono, sebbene in maniera ancora preliminare, i risultati di uno studio pubblicato sul British Medical Journal. Ovviamente serviranno maggiori studi per accertarlo.
Un aspetto importante è che in Italia il sistema sanitario offra gratuitamente il vaccino Hpv agli adolescenti di 11 e 12 anni.
Se i benefici preventivi per una recidiva al collo dell’utero sono da confermare è però certo che grazie al vaccino per HPV i casi di tumore della cervice uterina scendono dell’ 87%! Questo è stato dimostrato da uno studio realizzato in Gran Bretagna, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet nel mese di gennaio. In particolare è stato evidenziato che l’età migliore per vaccinarsi sia 12-13 anni, prima dell’inizio dell’attività sessuale, quando sono basse le probabilità di avere già incontrato il virus.
Un rapporto di due anni fa dei National Institutes of Health, negli Usa, evidenziava che il virus Hpv è responsabile della quasi totalità dei tumori della cervice uterina, del 95% dei tumori dell'ano, del 70% dei cancri dell'orofaringe (in cui la trasmissione virale avviene attraverso il sesso orale), del 65% di quelli della vagina, della metà di quelli della vulva e del 35% dei cancri del pene. L’adolescenza è il momento più critico per contrarre il virus. Per questo l’Organizzazione mondiale della sanità, sin dal primo vaccino sviluppato nel 2006, ha consigliato la vaccinazione per le giovani ragazze. Vaccinarsi, secondo i dati, riuscirebbe a prevenire circa il 90% di questi tumori.
Le Neoplasie intraepiteliali della cervice (sette anche Cin) sono delle lesioni "pre-maligne" causate dal virus Hpv che, se trascurate, sono precursori di veri e propri tumori maligni del collo dell’utero. Ma li si può diagnosticare tempestivamente grazie al Pap-test e all’Hpv-test, esami che nel nostro paese fanno parte del programma di screening sanitario nazionale, e grazie ai quali la progressione alla forma tumorale vera e propria può essere evitata. Spesso le Cin richiedono interventi chirurgici, dopo i quali il rischio di recidiva non è però nullo. Le donne che subiscono l’intervento per curare una Cin di alto grado, in particolare, hanno un rischio residuo elevato di sviluppare il cancro del collo dell'utero o altri tumori maligni legati all'infezione da Hpv. Per questo avere uno strumento di prevenzione della recidiva è importante.
I risultati di tale studio mostrano che il rischio di recidiva di lesioni di alto grado è stato ridotto del 57% nelle persone vaccinate rispetto a quelle non vaccinate, e la stima dell'effetto raggiunge il 74% nel caso in cui l’infezione sia causata dai due tipi di Hpv più comuni (Hpv16 e Hpv18), a cui si deve la maggior parte dei tumori della cervice. I dati raccolti e i risultati degli studi analizzati, comunque, non sono conclusivi e i ricercatori sottolineano che occorre eseguire analisi su larga scala per stabilire con certezza l’efficacia della vaccinazione nella prevenzione di recidive.