Vaccino a mRNA, svolta nella cura del tumore del polmone

Vaccino a mRNA, svolta nella cura del tumore del polmone

  • di Redazione
  • 28 Agosto 2024
  • Italia ed estero

La sperimentazione di un vaccino a mRNA (BNT116) per curare il tumore al polmone non a piccole cellule raggiunge una tappa importante.   Lo studio, che ha avuto inizio nel 2022 e ha già coinvolto 7 paesi (Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Turchia), si avvale infatti della prima somministrazione in Inghilterra. A darne notizia è stata la University College di Londra. Saranno coinvolti 34 centri di ricerca dei sette Paesi e 130 pazienti con malattia in fase iniziale, avanzata, metastatica o con recidiva. Uno dei principali problemi di questo tumore infatti è l'elevata tendenza a ripresentarsi, nonostante trattamenti precedenti o interventi chirurgici di rimozione. 
Il farmaco utilizza una tecnologia simile a quella dei principali vaccini impiegati contro il Covid. I dati preliminari di questo trial di fase 1, pubblicati sul Journal for ImmunoTheraphy of Cancer, intendono verificare principalmente sicurezza e tollerabilità del farmaco stesso e i risultati definitivi saranno disponibili non prima di gennaio 2026.
Si tratterebbe di una svolta importante che fornirebbe risposta immunitaria più potente e precisa, prevenendo anche recidive della malattia. Si prevede l’utilizzo del vaccino sia da solo che in combinazione con l'anticorpo monoclonale cemiplimab.

I vaccini a mRNA, inizialmente studiati come anticancro hanno rivoluzionato la storia della pandemia. Se per Covid-19 si è trattato di vaccini preventivi, in questo caso si parla di vaccini terapeutici che vengono utilizzati per innescare una risposta immunitaria diretta contro le cellule tumorali. Se per Covid-19 veniva iniettato l'mRNA utile a far produrre la proteina spike e generare così anticorpi contro di essa, i vaccini terapeutici per il cancro innescano una risposta contro una proteina specifica (antigene tumorale) della cellula cancerosa assente invece nelle cellule sane. In questo modo il sistema immunitario combatte il tumore risparmiando tutto il resto.
Il primo tumore che ha visto la sperimentazione di un vaccino a mRNA è stato il melanoma. Dallo studio è emerso che il vaccino combinato all’immunoterapico pembrolizumab sia in grado di ridurre il rischio di recidiva in maniera più efficace rispetto alla terapia standard col solo pembrolizumab

Il vaccino del tumore del polmone (BNT116) è prodotto dall'azienda farmaceutica tedesca BioNTech e conta 6 differenti mRNA che porteranno, in chi li riceve, a produrre una risposta immunitaria contro 6 proteine normalmente presenti solo nelle cellule tumorali del polmone. Il primo paziente a ricevere il vaccino nel Regno Unito è stato Janusz Racz, un cittadino di Londra di 67 anni che ha avuto la diagnosi lo scorso maggio e sta già affrontando chemioterapia e radioterapia. La sua professione, ricercatore esperto in intelligenza artificiale, lo ha ispirato a prendere parte alla sperimentazione. «Anche io sono uno scienziato e capisco che il progresso della scienza, soprattutto in campo medico, si basi sul fatto che le persone accettino di essere coinvolte in queste ricerche», ha raccontato. «Ho anche pensato che la mia partecipazione potrebbe aiutare altre persone in futuro e spingere questa terapia a diventare più ampiamente disponibile». L'annuncio fatto nei giorni scorsi dalla University College di Londra non segna l'avvio della sperimentazione. Il trial clinico LuCa-MERIT-1 è partito in realtà nel giugno 2022 coinvolgendo inizialmente 18 pazienti con tumore del polmone in stadio avanzato non operabile o metastatico.