

Un test sulla saliva per la diagnosi precoce dei tumori orofaringei da Hpv
- di Redazione
- 29 Aprile 2025
- Italia ed estero
Un semplice esame della saliva sarà in grado di diagnosticare in anticipo i tumori dell’orofaringe correlati all’infezione del virus del Papilloma umano (Hpv), permettendo cure tempestive. Si tratta del test ad altissima sensibilità e specificità messo a punto di recente in uno studio internazionale coordinato dall’Istituto europeo di oncologia (IEO) e sostenuto dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.
I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Medical Virology, dimostrano che l’esame della saliva, ottenuta senza necessità di aghi o tamponi ma con un gargarismo, è in grado di rilevare la presenza nel cavo orale dell’Hpv, che è la causa della maggioranza dei tumori orofaringei. Il test potrebbe quindi segnalare eventuali lesioni tumorali prima che siano rilevabili da analisi di imaging o dall’esame clinico.
"Questo tipo di cancro è quello che sta crescendo di più nella popolazione maschile giovane dei Paesi occidentali. Per raccogliere il campione basta un gargarismo: disporre di un test virale facile da eseguire, per niente invasivo, poco costoso e con un’elevata attendibilità, può permettere di fare diagnosi precoci. In oncologia cogliere un tumore agli esordi permette cure più efficaci e meno invasive. Ora occorre che il test salivare sia validato in studi più ampi: se supererà queste prove ulteriori, potrà essere utilizzato sia per la diagnosi di sospetto carcinoma orofaringeo, sia durante il follow-up dei pazienti con malattia già trattata, per cogliere in anticipo un’eventuale ripresa di malattia. In entrambi i casi il vantaggio clinico per i pazienti può essere significativo: se la diagnosi è precoce, i tassi di guarigione sono infatti elevati", ha affermato Mohssen Ansarin, direttore del Programma cervico-facciale IEO, uno dei due autori principali dell’articolo.
La stretta collaborazione fra ricerca e clinica si può avvalere allo IEO di una delle casistiche più importanti in Italia di carcinomi orofaringei: fra i 150 e i 180 pazienti all’anno con questa patologia, di cui l’80% circa correlati a infezione HPV.
"Attualmente abbiamo analizzato i campioni ematici e salivari (prelevati sia con tampone faringeo sia con gargarismo) di 132 pazienti con tumore dell’orofaringe, ricercando il Dna del virus. Abbiamo scoperto che i campioni salivari ottenuti con gargarismo da pazienti con tumori orofaringei permettono un tasso di rilevamento altissimo per l’HPV 16, il ceppo virale più diffuso e pericoloso del virus, indipendentemente dallo stadio del tumore, quindi anche negli stadi più precoci. Il risultato va ora validato in studi con numeri più ampi di pazienti. Utilizzeremo i dati raccolti finora per correlarli a nuovi eventi, quali per esempio una possibile ripresa di malattia", ha spiegato Susanna Chiocca, direttrice dell’Unità Viruses and Cancer IEO e autrice di riferimento dello studio.