Tumori e malnutrizione
- di Redazione
- 30 Dicembre 2024
- Italia ed estero
Sono tanti i pazienti che soffrono di malnutrizione
Alimentazione e salute vanno di pari passo. Ormai tanti studi lo confermano. La nutrizione è fondamentale anche in chi si ammala di tumore che spesso, infatti, è soggetto a una drastica perdita di peso che ostacola l’efficacia della terapia. Proprio per questo nell’ambito dell’iniziativa "In Contatto", promossa dalle 45 associazioni del gruppo "La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere", di cui Mai Più Sole fa parte, è stata effettuata un’indagine conoscitiva, con un campione di 283 uomini e donne, sul supporto e sulla valutazione nutrizionale nei pazienti oncologici. Dall’analisi emerge che quasi il 70% non ha ricevuto suggerimenti nutrizionali specifici. Da altre indagini emergono percentuali un po’ più basse, ma quel che risulta evidente è che c’è ancora molto da fare su questo fronte.
Secondo un’altra indagine, condotta in precedenza da Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), circa il 40% dei pazienti oncologici richiede o cerca un supporto nutrizionale in modo autonomo. "Il supporto nutrizionale per i pazienti oncologici è un fattore chiave per poter sopportare bene le terapie, ridurre il rischio di doverle sospendere, avere meno complicanze post-operatorie, mantenere una buona qualità di vita - commenta su oncoline.it Riccardo Caccialanza, medico nutrizionista esperto di nutrizione in oncologia - Fortunatamente, questo tema sta guadagnando attenzione: le prime linee guida Aiom sulla nutrizione in oncologia stanno per essere inviate all’Istituto superiore di sanità. In questo documento, viene sottolineata la necessità di dare supporto nutrizionale ai pazienti oncologici anche in fase precoce". È infatti sempre più evidente che il fattore chiave è il tempo, aggiunge Caccialanza. Se il supporto nutrizionale inizia da subito, ci sono maggiori probabilità non solo che il paziente non perda peso, ma che risponda anche meglio alle cure dal punto di vista clinico.
A questo punto sorge spontaneo chiedersi come si debba nutrire un paziente oncologico in terapia. I principi di una corretta alimentazione sono gli stessi che valgono per le persone sane: cercare di evitare o limitare alimenti processati e ultraprocessati, garantire micronutrienti (ossia vitamine e sali minerali) attraverso l’assunzione di frutta e verdura, evitare o limitare il cibo confezionato. Nei pazienti oncologici, inoltre, la questione è in parte legata al tipo di tumore e alla fase terapeutica, spiega: "Se per esempio ho un paziente che ha difficoltà a deglutire, dovrò intervenire sulla consistenza degli alimenti e dovrò dare priorità ad apporti calorici proteici. Una volta che il paziente sarà guarito, allora si tornerà sull’alimentazione bilanciata che ben conosciamo".
Caccialanza sottolinea inoltre i rischi delle diete restrittive che aiuterebbero a combattere il tumore ‘affamandolo’: "Tutta la questione del digiuno o comunque del mangiare poco per ‘affamare’ il tumore, in realtà non ha alcun riscontro scientifico affidabile. Quello che succede è che il paziente perde peso e inoltre vive l’alimentazione come un incubo, come qualcosa di velenoso. Si possono creare delle situazioni molto difficili anche dal punto di vista psicologico".
Gli integratori, invece, non dovrebbero essere utilizzati a scopo preventivo, specifica l’esperto, ma solo quando c’è una carenza accertata attraverso esami del sangue, oppure quando c’è un sospetto clinico di malnutrizione: "Noi, per esempio, diamo i multivitaminici quando il paziente mangia molto poco - conclude - Al contrario, dare gli integratori a scopo preventivo, senza che siano davvero necessari, può addirittura diventare controproducente, perché non siamo a conoscenza di tutte le interazioni che le varie sostanze possono avere con la terapia farmacologica".