Tumore e perdita di peso
- di Redazione
- 20 Novembre 2024
- Italia ed estero
La perdita di peso è un sintomo significativo del tumore in fase avanzata. Si stima, infatti, che fino a 8 pazienti su 10 ne siano coinvolti. Si tratta della manifestazione più evidente di cachessia, il disturbo nutrizionale correlato al cancro dovuto alle alterazioni metaboliche provocate dal tumore e dalle difficoltà ad alimentarsi causate dalla malattia e dalle terapie. Il circa il 70% dei pazienti con tumore in stadio avanzato può andare incontro a cachessia che, nel 20% dei casi può causare la morte.
Una perdita di peso involontaria e superiore al 5% nell’arco di sei mesi è considerata clinicamente rilevante secondo i parametri condivisi dalla comunità scientifica internazionale.
Un’ analisi coordinata dall’Università di Brescia e pubblicata su Nutrients nel 2021 spiega: «esiste un’ampia variabilità influenzata da età e fattori sociali, malattie concomitanti, tipologia di presa in carico (servizi territoriali o ospedali)». Molto dipende dalla tipologia di tumore, con la maggior prevalenza di malnutrizione in generale «nei tumori del pancreas, dell’esofago, i tumori gastrici ed epatobiliari, dell’area testa e collo e del polmone».
La perdita di peso è un parametro importante da monitorare e da contrastare, raccomanda Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico di Fondazione Veronesi, che sottolinea: «Anche nel caso di persone in sovrappeso l’ago della bilancia che si sposta non è sempre un bene, perché può essere l’effetto di una perdita di massa magra. Quindi la perdita di peso va valutata sempre con attenzione».
Molti studi hanno evidenziato le correlazioni fra il dimagrimento involontario e complicazioni nel percorso terapeutico. Fra gli altri guai, ricorda Dogliotti, «riduce la tollerabilità della chemioterapia e della radioterapia, è associata ad una maggiore tossicità dei farmaci; è associata ad un peggioramento nella qualità di vita, nella funzionalità corporea e nella sopravvivenza».
Una ricerca cinese condotta su oltre 8.800 pazienti ha evidenziato che, maggiore è il numero di chili perduto maggiori sono gli effetti negativi sui tassi di sopravvivenza. «La perdita di peso – scrivono gli autori – potrebbe essere un’importante manifestazione esterna della lotta fra il corpo e il tumore. Da un lato, l’infiammazione sistemica impatta direttamente sull’appetito dei pazienti oncologici, portando a una ridotta assunzione di cibo. Dall’altro, altera i processi metabolici».
In casi di dimagrimento acuto, è dunque indispensabile attivare un supporto nutrizionale completo, che comprenda consigli su dieta e movimento da parte dello specialista e, quando necessario, la prescrizione di integratori: «Si tratta di prodotti pronti all’uso, utili a supplire e integrare le carenze nutrizionali – spiega Dogliotti -. In questi casi possono essere utili ad esempio proteine per mantenere la massa magra, Omega3, o prodotti formulati che apportano nutrienti essenziali concentrati in poco volume di alimento/bevanda in modo che possano essere tollerati anche da chi soffre di inappetenza. È importante che questi prodotti vengano consigliati da uno specialista della nutrizione in accordo con l’equipe oncologica».