Sigarette e rischio di tumori

Sigarette e rischio di tumori

  • di Redazione
  • 29 Agosto 2024
  • Italia ed estero

Secondo un recente studio la combinazione di sigarette elettroniche e tradizionali aumenterebbe il rischio di tumori dei polmoni

Chi utilizza sia sigarette elettroniche che tradizionali ha una probabilità quattro volte superiore di sviluppare il cancro dei polmoni rispetto ai fumatori delle sole classiche sigarette. Lo evidenzia uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Oncology Research and Therapy
I ricercatori hanno confrontato il consumo di sigaretta e di e-cig (sigaretta elettronica) di due gruppi di persone del Columbus, in Ohio: 4.975 soggetti con cancro ai polmoni e 27.294 che non si sono mai ammalati. 
I ricercatori hanno scoperto che il vaping  (consumo di sigarette elettroniche) combinato con il fumo di sigaretta è otto volte più comune nelle persone con cancro dei polmoni rispetto al secondo gruppo.
Inoltre, i dati hanno mostrato che il rischio di sviluppare la neoplasia è quattro volte più alto tra le persone che combinano vaping e fumo rispetto a quelle che fumano soltanto tabacco. Questi risultati sono coerenti per uomini e donne e per tutti i principali tipi di cancro al polmone.

Il vaping, si avvale del riscaldamento ad alte temperature di soluzioni chimiche (e-liquid) che poi vengono inalate nei polmoni. E’ probabile che queste sostanze subiscano una decomposizione termica trasformandosi in nuovi composti chimici di cui non si conoscono, però, le conseguenze per la saluta umana. 
Ormai è risaputo che il fumo di tabacco contenga sostanze chimiche cancerogene, ma c'è meno consapevolezza sulle sostanze inalate attraverso gli aromi delle sigarette elettroniche.  

Come ricorda il dottor Roberto Boffi, pneumologo e direttore del Centro Antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano su Fondazione Veronesi Magazine: «siamo solo all'inizio degli studi epidemiologici sui danni delle sigarette elettroniche in relazione al rischio cardiovascolare, alla disfunzione erettile e ora anche al rischio oncologico. Resta da capire se tra i prodotti della combustione del tabacco delle sigarette normali e le sostanze liberate a causa delle alte temperature delle e-cig ci sia una somma degli effetti o addirittura una sinergia, ad esempio, a livello di mediatori dell'infiammazione e a livello di processo di cancerogenesi».
 
E puntualizza quanto sia importante avere una maggior consapevolezza sul vaping:  « Le sigarette elettroniche non sono innocue e non sono un gioco. Questo messaggio dovrebbe essere veicolato con forza ai ragazzi più giovani, specialmente alla luce di questi dati che suggeriscono un rischio aumentato di tumore del polmone per chi fuma e svapa insieme».
 
«A più di vent'anni dalla legge Sirchia – prosegue il dottor Boffi – sarebbe fondamentale aggiornare la legge antifumo a quella che è la realtà attuale. Non dobbiamo stupirci se in Italia siamo ai primi posti in Europa per numero di adolescenti che fumano e svapano. L'esempio dobbiamo darlo noi adulti e, ancora prima, i legislatori che non dovrebbero permettere la diffusione massiccia di pubblicità che ne invogliano l'acquisto e l'utilizzo, promuovendo prodotti dal packaging accattivante e dalle profumazioni più invitanti, dal mirtillo ai marshmallow. Anche l'utilizzo delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici dovrebbe essere vietato, così da proteggere le persone dall'aerosol passivo delle sigarette elettroniche. Il fumo passivo non riguarda solo le sigarette tradizionali, ma è un problema ancora più significativo con le e-cig. Uno studio dell’Istituto Mario Negri ha evidenziato che in Europa, per ogni persona che utilizza una sigaretta tradizionale c'è un soggetto esposto passivamente, mentre per ogni utilizzatore di sigarette elettroniche ci sono in media sette persone esposte all’aerosol».

E potrebbe essere necessario fare anche degli accorgimenti sullo screening in tempi futuri: «Se i dati dello studio saranno confermati da lavori successivi e i fumatori che utilizzano sia sigarette tradizionali sia e-cig risulteranno avere effettivamente un rischio quadruplicato di sviluppare tumore al polmone, potrà forse essere necessario riconsiderare in futuro i criteri di inclusione nei programmi di diagnosi precoce, come sigarette fumate al giorno e anni di fumo, che identificano i soggetti maggiormente a rischio oncologico».


Le sigarette elettroniche sono spesso viste come un'alternativa meno dannosa alle sigarette tradizionali e come uno strumento per smettere di fumare e ridurre gradualmente la dipendenza dalla nicotina. La transizione, però, non sempre avviene, anzi, favorisce una combinazione dei due differenti tipi di fumo e talvolta provoca un semplice passaggio dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica, senza che si siaeffettivamente smesso di fumare o di utilizzare e-cig. Un recente studio presentato al Congresso dell'American Thoracic Society, tenutosi a San Diego la scorsa primavera, ha evidenziato che gli ex fumatori che sono passati alle sigarette elettroniche presentano un rischio maggiore di sviluppare il cancro dei polmoni rispetto a coloro che hanno smesso di fumare senza ricorrere alle e-cig.
«È importante sottolineare che non si intende colpevolizzare chi cerca di ridurre i danni passando alle sigarette elettroniche,  conclude il dottor Roberto Boffi, ma è fondamentale mettere in luce i rischi associati a un uso prolungato di questi dispositivi. Le sigarette elettroniche possono comportare un consumo eccessivo e continuato di nicotina, che risulta difficile da monitorare e controllare. Non si sta negando la possibilità di utilizzare le e-cig come strumento temporaneo per smettere di fumare, se lo si ritiene utile, ma è cruciale che questo percorso sia gestito con consapevolezza e pianificazione. Dovrebbe pertanto essere seguito un piano personalizzato sviluppato da professionisti esperti, che preveda una riduzione graduale della nicotina fino a passare a e-cig senza nicotina e, infine, alla completa eliminazione».