Oncologia, Italia indietro nella profilazione genomica

Oncologia, Italia indietro nella profilazione genomica

  • di Redazione
  • 21 Aprile 2025
  • Italia ed estero

La scienza continua a fare passi di gigante soprattutto nella genetica, basti pensare all’importante ruolo acquisito dai test di profilazione genomica estesa, con pannelli che arrivano ad esaminare fino a 500 geni con un singolo esame, come gli NGS (Next Generation Sequencing).
E’ inoltre indispensabile la discussione da parte dei Molecular Tumor Board (MTB) per valutare il significato biologico e clinico delle alterazioni rilevate, che potrebbero essere trattate con specifici farmaci a bersaglio molecolare o con l’immunoterapia.

Purtroppo in Italia solo il 2% delle biopsie da pazienti oncologici sono analizzate con NGS (nel 2020/2021), mentre la media europea raggiunge il 10%. Oggi, solo 12 sistemi sanitari locali su 21 hanno un MTB unico regionale. Occorrerebbe una rete strutturata di MTB, in stretta collaborazione con le Reti Oncologiche Regionali, e un centro di coordinamento nazionale dei Molecular Tumor Board, che monitori l’istituzione e le attività svolte a livello regionale. La richiesta viene dall’"Italian Summit On Precision Medicine", evento internazionale organizzato dalla Fondazione per la Medicina Personalizzata (FMP), che si è aperto a Roma, pochi giorni fa, con oltre 150 esperti.

"Il modello mutazionale – spiega Paolo Marchetti, Presidente FMP e Direttore Scientifico dell’IDI-IRCCS di Roma – costituisce una sfida per l’oncologia, permettendo nuove strategie di cura, associate a percorsi scientifici e regolatori realmente innovativi, con la necessità di assicurare l’uguaglianza di accesso per tutti i pazienti. Nel modello istologico, i farmaci sono autorizzati dall’ente regolatorio europeo, rimborsati dalle agenzie regolatorie nazionali e prescritti dagli oncologi. Il modello mutazionale si distingue per il suo focus sui pazienti con malattia metastatica, per i quali le opzioni terapeutiche convenzionali non forniscano risultati soddisfacenti. Questi pazienti potrebbero beneficiare di trattamenti mirati basati sul riconoscimento di specifiche mutazioni, che tuttavia, nella quasi totalità dei casi, sono privi di documentate evidenze scientifiche, con il conseguente problema di accesso a queste terapie, non ancora autorizzate né rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale".

"Nel modello mutazionale – continua il professore – i farmaci vengono indicati dal Molecular Tumor Board a seguito della profilazione genomica di pazienti metastatici, per i quali le cure standard non abbiano evidenziato benefici. In questo nuovo paradigma, i trattamenti risultano off-label in presenza di mutazioni con sede diversa da quella autorizzata oppure perché sono farmaci in fase di sviluppo e, quindi, non ancora autorizzati e rimborsati. L’aspetto più complesso riguarda l’accesso e la copertura finanziaria delle terapie in base alle decisioni assunte dall’MTB".

Nel 2024, nel nostro Paese, sono state stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore. "In Italia bisogna accelerare l’istituzione dei Molecular Tumor Board, perché sono gli unici organismi in grado di sfruttare le potenzialità dell’oncologia mutazionale – afferma Giuseppe Curigliano, Presidente eletto ESMO (Società Europea di Oncologia Medica), Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo IEO di Milano – L’analisi e l’interpretazione dei risultati della profilazione genomica richiedono competenze inter e multidisciplinari. È quindi fondamentale istituire i Molecular Tumor Board, nei quali sono coinvolti professionisti provenienti da diverse aree, quali, ad esempio, l’oncologo medico, l’anatomopatologo, il biologo molecolare, il genetista, il farmacologo clinico, il farmacista ospedaliero, il bioinformatico, l’epidemiologo clinico e il bioeticista.mIn queste realtà sono integrate molteplici competenze, per governare i processi clinici e decisionali di appropriatezza.  Attualmente, in Italia, gli MTB sono stati istituiti solo in alcune Regioni, con una significativa disomogeneità nella definizione dei pazienti da sottoporre a profilazione genomica, nella identificazione delle caratteristiche del test NGS da utilizzare e nelle modalità di copertura economica del trattamento farmacologico proposto da un MTB. Inoltre, un obiettivo cruciale è la condivisione di dati genomici uniformi mediante il completamento della Piattaforma Genomica Nazionale, che permetterà la produzione di nuove conoscenze e l’accesso di più pazienti alle terapie innovative, consentendo contemporaneamente la valutazione dell’efficacia e dei costi e un miglior governo della pratica clinica".

La Legge n. 233 del 29 dicembre 2021, seguita dal Decreto Ministeriale attuativo (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 16 agosto 2023), ha stabilito l’istituzione in Italia di una rete strutturata di MTB, che operino in stretta collaborazione con le Reti Oncologiche Regionali, e di un centro di coordinamento nazionale degli MTB. La stessa norma prevede la creazione di Centri per l’esecuzione dei test NGS in ogni Regione, secondo specifici criteri di esperienza, volume di attività e qualità logistica e strutturale, garantendo certificazioni e controlli di qualità adeguati.

"Ad oggi questa norma non è stata ancora del tutto attuata – conclude il prof. Marchetti – Sono raccomandati due diversi approcci di NGS nella pratica clinica. In alcune neoplasie, ad esempio nei tumori del polmone e nel colangiocarcinoma, è suggerito l’impiego di pannelli per l’analisi di un numero limitato di biomarcatori per i quali sono disponibili farmaci approvati per la pratica clinica. L’utilizzo di pannelli più ampi, in grado di effettuare quella che è definita profilazione genomica estesa, è invece raccomandato in neoplasie selezionate in cui non vi sono bersagli molecolari noti, come nei tumori di origine sconosciuta oppure nei casi in cui è necessario analizzare biomarcatori complessi, come il deficit di ricombinazione omologa nei carcinomi dell’ovaio. L’esecuzione di test di profilazione genomica estesa è anche raccomandata in pazienti con tumori solidi avanzati che abbiano esaurito le linee di terapia standard, nei quali questo approccio può individuare alterazioni genomiche che consentano ai pazienti di accedere a studi clinici o a farmaci in corso di approvazione attraverso i Molecular Tumor Board".