Oncologi e social, la nuova frontiera della comunicazione scientifica
- di Redazione
- 30 Gennaio 2025
- Italia ed estero
Medici e social, un binomio con tante risorse!
Lo studio SMARTY, promosso dall’Istituto Europeo di Oncologia in collaborazione con esperti dell’Università Bocconi, dell’Università Ca’ Foscari e del Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano, appena pubblicato sulla rivista JCO Global Oncology ha dimostrato che per due terzi dei medici oncologi italiani i social rappresentano un importante strumento di comunicazione scientifica. Non solo, garantirebbero anche un’efficace interazione con i pazienti.
L’analisi intende definire un codice di comportamento, rigoroso, da parte dei professionisti del settore, nell’uso dei social media in ambito sanitario, con la supervisione di esperti di marketing e comunicazione. Il team di studio è coordinato da Manuelita Mazza, oncologa IEO, e Mattia Garutti, oncologo del CRO di Aviano, con la supervisione del prof. Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione nuovi Farmaci per Terapie Innovative IEO. Hanno preso parte ai lavori anche esperti come Elena Bellio dell’Università Ca’ Foscari e Luca Buccoliero dell’Università Bocconi. Luigi O. Molendini, medico legale IEO, ha partecipato al disegno dello studio, mentre i due specializzandi IEO Elena Battaiotto e Carmine Valenza, hanno attivamente contribuito all’interpretazione dei dati.
La ricerca ha coinvolto 116 medici oncologi (specialisti e specializzandi) di età compresa fra i 26 e i 71 anni, a diversi livelli di carriera, di cui quasi il 70% utilizza le piattaforme social per la comunicazione medica. Obiettivo dello studio era conoscere le preferenze, esperienze, opinioni e aspettative per individuare i diversi profili dei medici "social media users".
Sono emersi tre profili: altamente social (31%), scettico (31%) e moderatamente social (38%). Nello specifico lo studio evidenzia che il 95% dei partecipanti ha un profilo social network personale, il 22% un profilo professionale e il 23 % un profilo ibrido. In generale gli oncologi più adulti e con più esperienza passano più tempo sui social e li tengono in maggiore considerazione, mentre i più giovani, che si trovano nella fase iniziale della carriera, tendono a farne un uso personale.
Questo dato è in contrasto con gli studi condotti dieci anni fa, principalmente negli Stati Uniti, su tutto il personale medico, che mostravano una tendenza opposta: i medici più giovani erano i più inclini a utilizzare i social anche per motivi professionali, i medici in piena carriera, fra i 45 e i 55 anni, sembravano evitarne del tutto l’utilizzo, mentre gli over 55 ne facevano un uso maggiore, ma preferivano comunque i media tradizionali.
"L’evoluzione che osserviamo oggi nell’uso dei social da parte dei medici potrebbe essere causata dalle differenze geografiche e temporali, ma soprattutto dal cambiamento dei modelli di utilizzo da parte della generazione 'digital-naïve', che ha vissuto la transizione digitale sui social, rispetto ai nativi digitali per i quali i social sono un’espressione naturale dell’esperienza comunicativa" commenta Luca Buccoliero.
"Confrontando questi risultati con altre ricerche condotte sui medici italiani di ogni disciplina, emerge che la percezione dell’uso dei social non cambia sostanzialmente. Possiamo quindi affermare che la maggioranza dei medici considera i social uno strumento valido per disseminare nuove conoscenze, fornire aggiornamenti senza limiti geografici o di costo, promuovere un approccio critico alle posizioni degli opinion leader, creare nuove connessioni, incoraggiando nuove collaborazioni e reclutare pazienti per gli studi sperimentali. Certamente i rischi vengono percepiti, primo fra tutti la circolazione di (mis-)informazioni scorrette e la possibile violazione della privacy. È evidente tuttavia che i benefici superano ampiamente questi rischi" aggiunge Mattia Garutti.
"Ora siamo in attesa dei risultati dell’indagine sullo stesso tema dal punto di vista dei pazienti. Sarà interessante capire se l’uso che i medici fanno dei social è efficace, cioè se effettivamente migliora il rapporto medico-paziente e il rapporto paziente-malattia, due elementi fondamentali nel percorso delle malattie oncologiche. La comunicazione sui social media è ormai parte integrante della quotidianità, una finestra attraverso cui fluiscono informazioni di ogni genere e si intrecciano esperienze. In questo spazio, il vissuto dei pazienti si verbalizza e si fonde con quello dei clinici, creando un dialogo unico. Sono profondamente interessata a esplorare l’esperienza dei pazienti sui social, per apprendere direttamente dalle loro narrazioni e affinare i nostri approcci comunicativi con tali strumenti, rendendoli più empatici ed efficaci" continua Manuelita Mazza.