

In Italia si registrano 390mila nuovi casi tumore
- di Redazione
- 15 Aprile 2025
- Italia ed estero
Il 4,3% delle morti per tumore in Europa riguarda i giovani adulti tra i 20 e i 49 anni e in Italia, dove si stimano 390.000 nuove diagnosi ogni anno, per tutte le età si prevede un aumento medio dei nuovi casi dell'1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne. Sono dati resi noti durante il corso per giornalisti 'Cancro e Media: le sfide per il Giornalismo', promosso dall'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e dall'Unione Nazionale Medico Scientifica di informazione (Unamsi), in occasione dei 100 anni dalla nascita del fondatore dello Ieo, Umberto Veronesi.
Nonostante i successi della ricerca e della medicina, la prevenzione e lo screening restano strategie di sicura efficacia per ridurre il crescente impatto della malattia. "Un aumento della consapevolezza dei rischi e il conseguente abbandono di tabacco, alcol, sedentarietà e obesità, potrebbe da solo ridurre fino al 50% l'incidenza di tumori e un risultato analogo sulla riduzione di mortalità si otterrebbe con diagnosi precoce e adesione agli screening", ha spiegato Roberto Orecchia, direttore scientifico dello Ieo.
"In Italia siamo ancora lontani da questi obiettivi: nello screening mammografico siamo migliorati rispetto al 2018, passando dal 46% al 55%. Ma per il colon retto siamo addirittura regrediti, passando dal 35% al 34%. mentre per l'HPV test e pap test siamo passati dal 35% al 41%", ha confermato l’esperto.
In questo quadro comunicazione e informazione restano strumenti fondamentali per sensibilizzare la società , come ha sempre sostenuto Umberto Veronesi. "Non bisogna perdere di vista la cura delle parole da utilizzare, con un pubblico inevitabilmente in situazione di fragilità", ha commentato Ferruccio De Bortoli, editorialista del Corriere della sera e presidente Vidas, fondazione per l'assistenza ai malati inguaribili.
In questa prospettiva, i social sono oggi imprescindibili considerando che, come ha sottolineato Beatrice Mautino, podcaster e divulgatrice scientifica, gli italiani spendono in media 5 ore e 39 minuti on line, e una percentuale che supera il 71% utilizza il web per cercare informazioni. Tuttavia solo una frazione fra l'1 e il 3 % del tempo online è dedicato ai siti, tutto il resto è per i social. Ma il ruolo del giornalismo resta basilare perché i media tradizionali, tv, giornali e radio, sono quelli che alla fine determinano se una notizia, pur nata sui social, diventa virale. Resta aperto il dibattito su quanto un'informazione possa e debba essere allo stesso tempo corretta, efficace, giusta e virale - ha osservato Cinzia Testa, giornalista Unamsi e presidente della Sala Stampa Nazionale - ricordando basilari regole giornalistiche come riferimento alle fonti autorevoli per una informazione sempre corretta.