Immunoterapia e tumore al seno: nuova scoperta sui linfociti T regolatori

Immunoterapia e tumore al seno: nuova scoperta sui linfociti T regolatori

  • di Redazione
  • 3 Febbraio 2025
  • Italia ed estero

Un recente studio condotto dal Cnr-Ieos e dall’Università Federico II di Napoli ha identificato un nuovo approccio per combattere il tumore al seno attraverso l’immunoterapia. La ricerca, pubblicata su Science Advances e sostenuta da Fondazione AIRC, apre nuove prospettive per la prognosi e il trattamento della malattia.

Gli studiosi hanno scoperto che i linfociti T regolatori (Treg), un tipo di cellule del sistema immunitario, giocano un ruolo chiave nello sviluppo del carcinoma mammario. Queste cellule, presenti in alta concentrazione nei tumori primari e nel sangue delle pazienti con prognosi sfavorevole, creano un microambiente tumorale più aggressivo.

In condizioni normali, i linfociti Treg regolano le risposte immunitarie dell’organismo. Tuttavia, nel caso del tumore al seno, essi limitano la risposta antitumorale, favorendo la crescita del tumore. L’immunoterapia si basa sulla rimozione selettiva di queste cellule per consentire al sistema immunitario di reagire e distruggere il tumore.

Un aspetto innovativo dello studio è stato l’individuazione della proteina FOXP3E2, una variante espressa dai linfociti Treg nei tumori al seno ormono-positivi. Grazie alla biopsia liquida, i ricercatori sono riusciti a prevedere la prognosi delle pazienti già in fase di diagnosi.

Oltre al carcinoma mammario, l’analisi della banca dati The Cancer Genome Atlas (TCGA) su oltre 1.000 pazienti ha dimostrato che FOXP3E2 può essere un biomarcatore anche per altri tipi di tumore, tra cui il carcinoma papillare renale, il carcinoma a cellule squamose della cervice e l’adenocarcinoma polmonare

I risultati di questa ricerca aprono la strada a nuove strategie per migliorare la prognosi e sviluppare trattamenti più mirati per le pazienti affette da tumore al seno. Se confermati da studi clinici più ampi, questi dati potrebbero portare alla creazione di nuovi biomarcatori e bersagli terapeutici, migliorando significativamente la qualità della vita delle persone malate di cancro.