Il tumore alla vescica e l’importanza della diagnosi precoce

Il tumore alla vescica e l’importanza della diagnosi precoce

  • di Redazione
  • 21 Agosto 2024
  • Italia ed estero

Il tumore della vescica rappresenta una delle patologie più trattate dalle unità operative di urologia. Negli ultimi anni si è assistito a un aumento dell’incidenza di questa neoplasia nella popolazione: nel 2023 si sono toccati circa 30.000 casi diagnosticati. Colpisce in particolare gli uomini, ma è in aumento anche nelle donne. La diagnosi precoce è l’arma migliore per prevenirlo o per trattarlo con successo.

Il principale sintomo del tumore della vescica è la presenza di sangue nelle urine, la cui comparsa richiede quindi sempre un’adeguata valutazione medica e l’eventuale esecuzione di accertamenti specifici. 

In alcuni casi, invece, i sintomi possono essere più sfumati e imitare una classica infiammazione vescicale come, per esempio, bruciore persistente durante la minzione, necessità di urinare molto spesso, fastidio continuo al di sopra del pube.

Nel più del 50% dei casi il fumo da solo è responsabile di questa patologia, ma anche l’esposizione professionale ad alcuni coloranti o idrocarburi (operai in fabbriche di prodotti di verniciatura/parrucchieri) rappresenta un importante fattore di rischio.

Una semplice ecografia dell’apparato urinario a vescica piena e un esame citologico delle urine possono fornire già indicazioni precise sull’eventuale presenza di un tumore vescicale. In alcuni casi può essere necessario eseguire esami diagnostici più invasivi come una cistoscopia (introduzione di uno strumento flessibile con telecamera per vedere all’interno della vescica) o una TAC con mezzo di contrasto.

Il tumore della vescica è nella maggior parte dei casi di tipo superficiale e quindi trattabile con interventi non particolarmente invasivi.

Il trattamento del tumore della vescica prevede nella maggior parte dei casi l’asportazione della lesione dall’interno della vescica con un intervento endoscopico al termine del quale si posiziona un catetere vescicale che verrà rimosso in tempi diversi, a seconda della complessità della lesione stessa. 

Nelle forme superficiali questo intervento è risolutivo. In alcuni casi, si eseguono in seguito anche trattamenti ambulatoriali che prevedono l’inserimento di farmaci immunoterapici in vescica (BCG o Mitomicina) con lo scopo di prevenire l’insorgenza di recidive.

Nelle forme più aggressive o nelle diagnosi tardive, la terapia può prevedere l’asportazione della vescica, e nella donna, una chemioterapia e/o l’asportazione  della vescica con utero e ovaie.  

Nel caso in cui venga rimossa la vescica si confeziona una derivazione esterna per il drenaggio dell’urina; oppure, in casi particolarmente selezionati, una nuova vescica utilizzando l’intestino.