Dolore oncologico, la meditazione può ridurlo
- di Redazione
- 26 Agosto 2024
- Italia ed estero
Secondo uno studio malese 20 minuti di meditazione potrebbero ridurre il dolore causato dalle neoplasie
Con soli 20 minuti di meditazione si può ridurre il dolore oncologico. Sembrerebbe che sia possibile grazie al mindful breathing, una forma di meditazione che si basa prevalentemente sul respiro. Lo evidenzia uno studio malese, pubblicato sulla rivista Bmj Supportive & Palliative Care. Come spiegano gli autori della ricerca, il dolore è un problema che conoscono circa il 30-40% delle persone che convive con un tumore. Può essere causato direttamente dalla massa tumorale che comprime i tessuti circostanti, può anche avere origine neuropatica, o insorgere come effetto collaterale delle cure farmacologiche e della chirurgia.
Le terapie, cosiddette complementari, come la meditazione, potrebbero essere un importante supporto per quelle tradizionali nella gestione dei dolori oncologici.
La ricerca malese ha coinvolto 40 pazienti oncologici con neoplasie di tipo diverso, e dolori di intensità media o grave, pari cioè almeno a 4 in una scala che va da 1 a 10. Ventuno di loro hanno partecipato a un sessione di 20 minuti di mindful breathing guidata da un medico qualificato per questo tipo di interventi. Agli altri è stata invece offerta una seduta di supporto psicologico, nella quale hanno potuto discutere con un medico della loro esperienza di malattia.
Prima e dopo ogni intervento, il dolore e l’ansia sperimentata dai pazienti sono stati valutati utilizzando due scale cliniche (la validated Numeric Rating Scale per il dolore e l’Hospital Anxiety and Depression Scale per l’ansia). Confrontando i risultati, i ricercatori hanno confermato che i pazienti coinvolti nelle sessioni di meditazione avevano sperimentato una riduzione molto più significativa sia del dolore percepito, sia dell’ansia e dei fastidi psicologici ad esso associati. Per questo abbinare la meditazione al supporto psicologico potrebbe essere molto utile.
Il numero di pazienti analizzati nello studio è piccolo, e quindi i risultati dovranno essere confermati con sperimentazioni più ampie per essere considerati affidabili. Ma si tratta comunque di una strategia estremamente promettente. "I risultati suggeriscono che questi brevi interventi terapeutici potrebbero rivelarsi estremamente efficaci nel ridurre l’intensità del dolore e dei fastidi psicologici e dell’ansia nei pazienti oncologici", scrivono gli autori dello studio. "Serviranno ulteriori ricerche per confermare i risultati, ma i nostri risultati indicano che si tratta di una strategia non farmacologica accessibile e promettente per migliorare la gestione del dolore in campo oncologico".