Chemio HIPEC nel tumore ovarico: prosegue il lavoro per una medicina di precisione
- di Redazione
- 4 Febbraio 2025
- Italia ed estero
I professionisti dell’Oncologia Ginecologica del Policlinico di Sant’Orsola, diretta dal professor Pierandrea De Iaco hanno partecipato alla pubblicazione di un nuovo studio multicentrico sull’HIPEC, ovvero la Chemioterapia Ipertermica Intraperitoneale, una procedura sperimentale che prevede l’infusione della chemioterapia all’interno dell’addome durante l’operazione chirurgica.
In questo caso lo studio si concentra sull’utilizzo di questa procedura sulle pazienti con tumore ovarico, senza malattia dopo chirurgia e chemioterapia, alle quali si presenta una recidiva. Alle pazienti considerate operabili, in corso di intervento chirurgico, i professionisti alla chirurgia hanno aggiunto il trattamento di chemioterapia ipertermica intraperitoneale.
"Con questa pubblicazione ci avviciniamo un passo in più verso il nostro obiettivo di offrire alle pazienti il migliore percorso di cura e soprattutto terapie di precisione. Ogni anno seguiamo circa 850 pazienti che affrontano questa patologia e vogliamo analizzare sempre meglio gli ambiti di applicazione dell’HIPEC, ad esempio in quale momento della fase di malattia sia più efficace e consigliabile", ha indicato il professor De Iaco.
L’IRCCS, del resto, ha costruito nel tempo una lunga esperienza in questa procedura. È stato uno dei primi centri a sperimentare l’HIPEC ed è oggi uno dei pochi centri in Italia a offrire ancora questa potenzialità terapeutica alle pazienti. Questo grazie anche alla possibilità di collaborare con altri e numerosi specialisti nella sua applicazione, tra questi gli anestesisti, i rianimatori della terapia intensiva e il personale dedicato delle sale operatorie. Alla grande organizzazione necessaria per questo tipo di terapie si aggiunge il ricorso ad una gestione post-operatoria innovativa che permette il rapido recupero da parte del paziente.
La Chemioterapia Ipertermica Intraperitoneale entra in gioco al termine dell’intervento chirurgico. Dopo avere eliminato la malattia i chirurghi procedono alla perfusione del farmaco direttamente in addome, in completa sicurezza, con una unica somministrazione della durata di un’ora. Il presupposto è quello di mettere il farmaco a diretto contatto con la malattia per aumentare l’efficacia.
Lo studio da poco pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale (Journal of Clinical Oncology) ha evidenziato che l’HIPEC non è gravata da importanti effetti collaterali, che la sola chirurgia eseguita quando la malattia recidiva in poche aree permette un notevole allungamento della sopravvivenza e infine che in caso di recidiva di tumori ovarici con istologia particolare (non sierosi) la chemioterapia intraperitoneale ha un effetto significativo sulla sopravvivenza.