

Allo IEO riabilitazione neuropsicologica contro la “chemo brain”
- di Redazione
- 10 Marzo 2025
- Italia ed estero
Il fenomeno che causa disturbi di attenzione, nella memoria e nella concentrazione su circa 293mila pazienti oncologici
Difficoltà a tenere alta la soglia dell’attenzione, della concentrazione e qualche piccolo problemino di memoria, si chiama "chemo brain". E’ il fenomeno che sviluppano circa 293mila pazienti oncologici su 390mila a cui viene diagnosticato ogni anno il tumore in Italia.
"Chemioterapia, immunoterapia e radioterapia possono influire temporaneamente sulle capacità cognitive – spiega Roberto Grasso, neuropsicologo all’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano – provocando un affaticamento mentale e il rallentamento nei processi decisionali. Incontriamo pazienti con difficoltà a ricordare che giorno sia e cosa hanno fatto poco prima. Altri faticano a organizzare la propria giornata sulla base degli impegni professionali e personali. Altri ancora dimenticano gli appuntamenti di lavoro".
Sarebbe importante non sottovalutare questi aspetti come specifica Grasso: "Si vigila molto sugli aspetti biologici (i più comuni effetti collaterali delle terapie oncologiche) e ora anche su quelli psicologici, ma ai problemi intellettivi viene riservata ancora poca attenzione".
Per risolvere queste difficoltà cognitive e rispondere a questi bisogni, fondamentali per riprendersi in mano la vita, è stato progettato allo Ieo il primo percorso di valutazione e riabilitazione neuropsicologica in Italia. Ideato dalla Divisione di Psiconcologia del centro di cura meneghino, è diretto dalla professoressa Gabriella Pravettoni. Il suo obiettivo è proprio quello di aiutare le persone, durante e dopo le cure, a superare questi ostacoli grazie a strategie di recupero e compensazione.
Il servizio è suddiviso in due momenti differenti:
- valutazione neuropsicologica ;
- riabilitazione.
La prima fase, dura circa un’ora e mezza e prevede un’analisi approfondita delle funzioni cognitive del paziente, grazie all’utilizzo di test specifici. "Gli obiettivi – continua Grasso – sono esaminare la memoria a breve e lungo termine, la capacità di attenzione e concentrazione, il linguaggio e le funzioni comunicative, le funzioni esecutive (pianificazione, organizzazione e problem solving) e le abilità visuo-spaziali". Grazie a questi test condotti da neuropsicologi esperti, è possibile comprendere l’entità dei deficit e progettare un intervento personalizzato.
La seconda fase, riabilitativa, può essere svolta sia in struttura che da remoto per venire incontro alle esigenze dei pazienti con difficoltà di spostamenti. L’obiettivo è quello di favorire il recupero delle funzioni cognitive compromesse o sviluppare strategie di compenso per gestirle in modo più efficace.
Nella fase riabilitativa vengono svolti esercizi pratici di training cognitivo, con l’obiettivo di allenare il cervello a recuperare funzionalità nelle aree in cui si è mostrato più carente nella fase di valutazione. In questo senso, il programma di allenamento prevede 10 o 20 sessioni con intervalli di 2-3 giorni destinati al recupero tra un’esercitazione e l’altra. Nel caso di problemi di memoria, per esempio, il paziente può svolgere attività specifiche con carta e matita oppure al computer, giochi basati su test neuropsicologici che permettono di rafforzare e compensare i domini in modo divertente. "Grazie a questa stimolazione regolare, conclude Grasso, è possibile ripristinare le funzioni o compensare con successo i problemi generati dalle terapie o dalla patologia stessa."
Per maggiori informazioni o per prenotare una valutazione, si può contattare la divisione di Psiconcologia dello IEO: unita.psiconcologia@ieo.it.