Effetto Jolie: in aumento le donne che si sottopongono al test per il cancro al seno
- di Redazione
- 1 Marzo 2017
- Curiosità
Secondo un’analisi realizzata dall’università americana Harvard Medical School, dopo la pubblicazione della lettera My medical choise scritta da Angelina Jolie, sono aumentate le donne che si sono sottoposte ai test genetici per diagnosticare il tumore al seno. La missiva, pubblicata il 14 maggio 2013 sul New York Times, racconta la storia personale e medica dell’attrice americana, con un appello alle donne a non trascurare i controlli e la prevenzione.
L’esperienza della bella protagonista di Tomb Raider non è passata inosservata e l’Effetto Angelina Jolie avrebbe portato a 9 milioni il numero delle donne che si sono sottoposte ai controlli facendo incrementare notevolmente i casi di prevenzione nel giro degli ultimi tre anni. All’aumento dei controlli, però, non è corrisposto un innalzamento del numero delle mastectomie, intervento a cui si è sottoposta la star del cinema in via precauzionale.
"L’appello di una celebrità - ha spiegato il professor Anupam Jena, autore dello studio - è fondamentale quando un test di prevenzione o di screening viene sottovalutato dalla popolazione". Dopo la pubblicazione della lettera ben nove milioni di donne tra i 18 e i 64 anni hanno scelto di sottoporsi al test genetico. Il boom si è avuto nelle due settimane successive all’appello dell’attrice in cui l’incremento è stato vertiginoso, con oltre il 64%. Di pari passo non sono andate il numero delle mastectomie che hanno registrato un calo del 3%. Tra le donne che si sono sottoposte a controllo, dunque, non si è registrata alcuna mutazione genetica anomala, anche se si tratta di un risultato che riguarda la probabilità di sviluppo della malattia ma che non garantisce l’assenza assoluta di rischio.
Spesso l’ostacolo per il test del gene BRCA1 può essere anche di tipo economico dato che negli Stati Uniti il costo oscilla sui tremila dollari. Nel 2013 i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità hanno confermato che le donne decedute a causa del cancro al seno sono state 458mila soltanto nei Paesi che garantiscono fasce di reddito basse o medie. "Non c'è una risposta, giusta o sbagliata, per dire se un paziente debba sottoporsi a un test genetico o meno. É importante – ha spiegato Jena - che i medici abbiano una piena comprensione della situazione clinica, a partire dalla storia della famiglia della paziente, per capire se optare per operazioni chirurgiche preventive come ha fatto Angelina Jolie".
La star di Hollywood perse la madre, che all’epoca aveva solo 56 anni, a causa di un tumore al seno e alle ovaie. La stessa sorte toccò alla nonna e alla zia, colpite dal cancro al seno. "Quando i miei figli mi chiedono se potrebbe capitare anche a me – scriveva la Jolie nella lettera del 2013 – dico loro di non preoccuparsi, ma in realtà ho un gene ‘difettoso’, il BRCA1, che aumenta il rischio di sviluppare il cancro al seno e alle ovaie". Così l’attrice premio Oscar, dal 2 febbraio al 27 aprile dello stesso anno, decise di sottoporsi all’asportazione di parte del seno. Secondo i medici l’intervento preventivo riduce il pericolo dall’87% a meno del 5%. Nel 2015 Angelina Jolie si è sottoposta anche a ovariectomia, intervento preventivo per abbattere il rischio di tumore alle ovaie.