Una virologa cura il proprio tumore al seno con un virus auto-sperimentato
- di Redazione
- 11 Novembre 2024
- Italia ed estero
Non si placano le polemiche del mondo scientifico sulla vicenda di Beata Halassy, virologa dell'Università di Zagabria. La ricercatrice ha affrontato e curato con successo un tumore al seno utilizzando un virus coltivato personalmente in laboratorio. Halassy, il cui caso è stato descritto sulla rivista Vaccine e menzionato anche su Nature, considera la sua esperienza "non convenzionale" e invita esplicitamente a non imitarla.
Nel 2020, la virologa che aveva 49 anni, ha scoperto la presenza di un nuovo tumore nello stesso punto dove aveva subito una mastectomia. Di fronte a una recidiva e dopo un primo ciclo di terapie, non se l'è sentita di sottoporsi nuovamente alla chemioterapia tradizionale. Forte delle sue competenze scientifiche, ha intrapreso un percorso di auto-sperimentazione studiando la viroterapia oncolitica, un trattamento che utilizza virus per colpire le cellule tumorali.
La terapia è durata due mesi, con iniezioni dirette nel tumore sotto la costante supervisione di oncologi pronti a intervenire con trattamenti convenzionali in caso di insuccesso. Il tumore si è ridotto progressivamente fino a poter essere asportato chirurgicamente. Successivamente, Halassy ha completato il trattamento con un anticorpo monoclonale per un anno. L'analisi del tessuto tumorale ha mostrato una significativa presenza di linfociti, indicando una risposta immunitaria attivata dalla viroterapia.
Questo approccio non convenzionale ha suscitato un importante dibattito etico sull'auto-sperimentazione, evidenziando al contempo l'importanza di nuove strade di ricerca nel trattamento oncologico. Halassy definisce la sua esperienza "positiva", ma avverte che non deve essere presa come esempio da seguire senza adeguato controllo medico e scientifico.