Alcol e tumori: un legame che spiega i casi di tumore in crescita fra i giovani
- di Redazione
- 14 Ottobre 2024
- Italia ed estero
L'Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro (AACR) ha lanciato l’allarme: il consumo di bevande alcoliche è responsabile di un numero crescente di casi di tumore e potrebbe spiegare anche l'aumento di neoplasie al seno e al colon che si è registrato in persone giovani, prima dei 50 anni.
"Ancora moltissime persone non sono consapevoli del legame fra cancro e alcol, nonostante sia stato ormai ampiamente dimostrato proprio come quello fra cancro e fumo. Servono campagne di sensibilizzazione insieme a strategie di ampio impatto, come ad esempio le etichette di avvertenza specifiche per il cancro applicate sulle bevande alcoliche, perché più persone siano informate che tutte le bevande alcoliche (vino, birra e superalcolici) fanno crescere il pericolo d'insorgenza di diversi tipi tumore e che la probabilità di sviluppare una neoplasia aumenta con l'aumentare della quantità di alcol consumata", hanno indicato gli autori della pubblicazione statunitense.
Secondo quanto riportato nel Cancer Progress Report 2024 dell'AACR, negli Stati Uniti, il 40% dei casi di cancro è associato a fattori di rischio modificabili, tra cui il consumo eccessivo di alcol al quale è stato attribuito il il 5,4% del totale dei casi diagnosticati negli Usa nel 2019, l’anno più recente per il quale sono disponibili dati. Un crescente numero di ricerche, riassunte nel volume, ha chiarito l’impatto di questo legame in particolare con sei tipi di neoplasie: testa e collo (in particolare bocca, faringe e laringe), esofago, seno, stomaco, colon retto e fegato.
Studi scientifici hanno dimostrato un'associazione tra la quantità moderata ed elevata di alcol consumata durante la gravidanza e la probabilità che il bambino sviluppi la leucemia dopo la nascita. Sono state inoltre raccolte anche le prove che l’assunzione di alcol da giovani e giovanissimi faccia lievitare il rischio di cancro più avanti nella vita.
"Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale di sanità (Oms) in Italia sono attribuibili all’alcol tra 5 e 10 casi per 100mila abitanti ogni anno. Questo vuol dire, grosso modo, tra i 3mila e i 6mila nuovi casi dei 365mila diagnosticati ogni anno nel nostro Paese. Può sembrare un numero relativamente piccolo, ma in realtà un’adeguata campagna di prevenzione e di informazione sui rischi dell’alcol contribuirebbe a salvare molte vite, tenendo anche conto del fatto che l’alcol non aumenta solo il rischio di tumore, ma è responsabile anche di migliaia di decessi che si registrano anche per cirrosi epatica, malattie cardiovascolari e incidenti stradali per guida in stato d’ebbrezza", ha commentato Massimo Di Maio, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). Sono stati descritti diversi meccanismi attraverso i quali gli alcolici favoriscono lo sviluppo di diverse neoplasie, ma quello che è certo è che i danni per la salute aumentano notevolmente al crescere delle quantità consumate: bere una birra una volta a settimana non implica gli stessi rischi di bere una bottiglia di vino oppure super-alcolici ogni giorno.
La soglia limite del consumo alcolico è pari a 20 grammi al giorno per gli uomini (due bicchieri di vino da 125 millilitri) e 10 grammi al giorno per le donne (circa un bicchiere di vino). "Anche se l’Oms non precisa dei livelli di rischio, perché sottolinea che l’unico livello sicuro è non bere, vengono identificate delle categorie: consumo moderato (un massimo di 20 grammi di alcol al giorno), consumo rischioso (fino a 60 grammi), consumo "pesante" (oltre 60 grammi)", ha precisato Di Maio, che è direttore dell’Oncologia Medica 1U dell'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino.
Senza dimenticare che i limiti suggeriti si riducono ulteriormente nella terza età (negli anziani, infatti, la capacità di metabolizzare l’etanolo diminuisce progressivamente) e nel sesso femminile.
"La tossicità degli alcolici è maggiore nelle donne, il cui organismo si caratterizza per una minore produzione dell’enzima Alcol-Deidrogenasi (ADH), che determina una ridotta capacità di metabolizzare l’etanolo e che stimola anche l’azione degli estrogeni, gli ormoni responsabili della crescita di circa il 70% dei tumori del seno. E lo stesso avviene nei giovanissimi, motivo per cui il consumo è vietato prima dei 18 anni. Troppi ragazzi ignorano che quanti più alcolici consumano (specie in dosi massicce di volta in volta) tanti più danni provocano al loro organismo, che li espone a molti più pericoli per la salute quando saranno adulti", ha ricordato Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom.
E l'alcol è chiamato in causa anche per spiegare un dato ormai certo negli Usa, mentre da noi i dati sono in via di definizione: i giovani adulti, specie fra i 40 e i 50 anni, hanno un rischio più elevato di tumore rispetto alle generazioni precedenti. E alcuni tumori, in particolare quelli di colon retto e mammella, sono in aumento in questa fascia d'età.
"Quasi un quarto dei casi di carcinoma della mammella (il 23%) è causato da fattori di rischio evitabili, come fumo, sovrappeso, alcol e sedentarietà. Più ricerche, ormai, hanno evidenziato che sale la quota di chi si ammala prima dei 50 anni, senza che se ne conoscano a pieno le ragioni. Certo è che almeno il 40% delle neoplasie si potrebbe prevenire in modo molto semplice, solo seguendo stili di vita corretti, ma altrettanto certo è, purtroppo, che le "cattive abitudini" sono sempre più diffuse", ha concluso Cinieri.